Se è vero che i leader migliori restano quelli umani, è altrettanto vero che l'intelligenza artificiale può potenziare le capacità umane per rendere i leader ancora più efficienti nel loro ruolo di guida.
Secondo Rasmus Hougaard, CEO e fondatore di Potential Project, questo periodo storico così particolare è il momento migliore per cogliere i benefici dell'IA nella leadership non solo per migliorare le attività dei manager, ma anche per aiutarli ad approfondire e rafforzare le proprie qualità.
L'IA per la pianificazione di attività
La capacità dell'IA di analizzare grandi volumi di dati e ottenere insight oggettivi la rende adatta ai processi decisionali: un sistema di intelligenza artificiale, al contrario di un essere umano, non soffre di pregiudizi ed è quindi in grado di sviluppare una pianificazione imparziale.
Allo stesso modo, l'IA può pianificare e dare priorità alle attività senza rischiare di commettere errori causati da fattori prettamente umani, come l'emotività o la stanchezza.
Secondo un sondaggio condotto da Potential Project, il 65% degli intervistati ha affermato di essere fiducioso nelle capacità dell'IA di sviluppare una strategia oggettiva, e il 45% ha inoltre specificato che sarebbe disposto a lasciare che l'IA analizzasse le proprie abitudini lavorative e performance per ottenere dei feedback utili alla crescita personale e professionale.
Di fatto l'intelligenza artificiale si rivela particolarmente utile in tutte quelle attività dove c'è bisogno di oggettività, soprattutto per migliorare l'ambiente lavorativo. L'IA, spiega Hougaard, è in grado di rimpiazzare l'inevitabile presenza di emozioni e pregiudizi tipici delle persone con un processo logico affidabile e consistente che rende anche i dipendenti più sicuri di loro stessi.
L'importanza del fattore umano
L'intelligenza artificiale ha delle potenzialità enormi, ma ha anche dei limiti dovuti proprio al fatto che non è un essere umano.
Se da una parte i dipendenti sono entusiasti delle analisi oggettive dell'IA, quando si parla di questioni personali l'entusiasmo si spegne un po' e subentra il disagio di dover avere a che fare con un sistema emotivamente distante.
I leader dovrebbero comprendere questo aspetto per concentrarsi sugli aspetti più umani del loro ruolo, ovvero la comprensione delle vere motivazioni del comportamento dei dipendenti, delle loro aspettative e paure, per affrontare con essi le problematiche che emergono.
I feedback forniti dai sistemi di IA sono solo il punto di partenza verso un'analisi del percorso del singolo, soprattutto quando sono negativi: l'intelligenza artificiale si limita a estrapolare informazioni oggettive che poi i leader devono saper usare per spingere ogni talento nella giusta direzione.
Ciò è vero soprattutto nei processi di assunzione e di promozione, dove le decisioni hanno un peso significativo e devono essere supportate sia da dati oggettivi che da considerazioni "più umane".
Ancora una volta la miglior strada da percorrere è quella dell'equilibrio: l'intelligenza artificiale migliora la produttività e l'efficienza dei leader, permettendogli di prendere decisioni informate, ma allo stesso tempo le attività di leadership devono essere caratterizzate anche da una forte empatia e capacità di adattamento.