L'evoluzione della telemedicina ha permesso ai pazienti di ricevere un primo consulto e un'eventuale terapia comodamente da casa, ma ora le persone chiedono di più: vogliono poter effettuare diagnosi in autonomia e scegliere la terapia migliore senza doversi recare dal medico.
Questo cambiamento è già cominciato e gli autotest rapidi per il Covid-19 ne sono l'esempio più diffuso: anche se meno precisi rispetto ai tamponi ospedalieri, questi test sono più economici, meno invasivi e quindi meno dolorosi, e soprattutto possono essere acquistati in autonomia.
Poter eseguire da casa queste valutazioni, ottenendo risultati utili e semplici da interpretare, sta trasformando i pazienti da semplici utenti "passivi" della sanità a "consumatori attivi".
Robert Pearl, medico e docente di chirurgia plastica presso la Stanford University School of Medicine, spiega che la maggior parte dei pazienti preferisce eseguire i test in casa, sia per comodità che per evitare di recarsi in ospedali o altri siti sanitari affollati che aumentano il rischio di contrarre malattie.
L'autotest del Covid-19 è una delle valutazioni fai-da-te più note degli ultimi anni, ma c'è tutta un'altra serie di test che possono essere effettuati da casa, come il test per la ricerca di sangue occulto nelle feci (FIT) che, riporta Pearl, garantisce un 92% di accuratezza nell'individuazione di tumori dell'apparato gastro-intestinale.
Il FIT è un'ottima alternativa alla colonscopia, meno invasiva e che quindi crea meno disagio nei pazienti. Anche se può sembrare strano a qualcuno, molte persone rinunciano a effettuare alcune visite perché non si sentono a loro agio nel farle; sebbene la colonscopia sia la scelta migliore a livello clinico, l'autotest è un mezzo molto potente e comodo a supporto della prevenzione.
Gli autotest sono disponibili per controllare tutta una serie di condizioni o patologie, come i livelli di testosterone, la funzionalità della tiroide, intolleranze e allergie alimentari o malattie sessualmente trasmissibili.
I pazienti li preferiscono ai controlli di persona, almeno per semplificare le prime fasi di diagnosi, e allo stesso modo sempre più individui si stanno affidando ai tool di IA generativa per ottenere consigli sanitari e indicazioni su terapie da seguire.
Pearl riporta che un recente studio ha paragonato le competenze di ChatGPT con l'assistenza dei medici e ha rivelato che nell'80% dei casi i pazienti hanno valutato le risposte dei chatbot migliori di quelle dei professionisti umani in termini di qualità. Con il continuo miglioramento di questi tool, sempre più pazienti si affideranno all'IA per ottenere risposte esaustive in poco tempo, comodamente da casa.
Ma cosa dovrebbero fare i medici di fronte a questo cambiamento inevitabile? Per continuare ad avere la fiducia dei pazienti, i professionisti sanitari devono innanzitutto accettare che la tecnologia permeerà sempre di più il loro lavoro e lasciare ai pazienti da libertà di muoversi da soli durante le prime fasi di diagnosi.
Il parere del medico non diventerà meno importante, ma semplicemente subentrerà al momento della verifica e della definizione completa della terapia. Lasciare sia l'IA a supportare l'auto-diagnosi è anche più conveniente per i medici: questi professionisti possono delegare le valutazioni di routine alla tecnologia e occuparsi delle fasi più complesse che richiedono un'attenzione e un'empatia particolari.
I tool di IA, inoltre, velocizzano le visite: il medico può partire dai risultati degli autotest e dalle indicazioni dei chatbot per orientare la valutazione verso la direzione giusta fin dall'inizio della conversazione col paziente.
Le responsabilità dei pazienti
Pearl sottolinea che se i pazienti vogliono avere più controllo sulla propria salute, allora devono prendersi anche una serie di responsabilità. In primo luogo, è importante prendere familiarità con i test e col significato dei risultati, cercando di capire qual è il più adatto per la propria condizione, potenziale o comprovata, anche con l'aiuto di tool di IA.
I chatbot possono aiutare gli utenti anche a capire se, in base alla loro situazione, è sufficiente procedere con un autovalutazione o se è il caso di rivolgersi subito a un medico, riducendo così i rischi.
Infine, i pazienti dovrebbero pianificare le visite da effettuare in caso di dubbi o positività e individuare il professionista migliore per la loro situazione, anche in questo caso facendosi aiutare dalla conoscenza dell'IA.
Indubbiamente l'era della "medicina di consumo" è già cominciata e non ha senso cercare di fermare l'avanzare della tecnologia nella sanità. Ciò che si può fare però è comprendere i vantaggi e i limiti dell'IA per aiutare medici e pazienti a definire e vivere un percorso di cura efficace e agevole.