Approfondimenti Sei progetti decentralizzati che possono fare la differenza per la DeFi
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09/09/2024

Sei progetti decentralizzati che possono fare la differenza per la DeFi

Da anni si parla di finanza decentralizzata (DeFi) e nel tempo sono nati molti progetti che mirano a sostenere quest'infrastruttura, ma c'è ancora molta resistenza da parte di persone e compagnie. 

Amir Husain, fondatore di SparkCognition, spiega che lo scetticismo nei confronti della finanza decentralizzata dipende in gran parte dalle numerose variazioni del prezzo dei token e dalla loro conseguente instabilità.

Molti si tirano indietro di fronte a queste oscillazioni di mercato, ma l'infrastruttura decentralizzata ha in realtà il potenziale di dare maggior libertà agli utenti e alle piccole realtà, riducendo il monopolio delle big tech che dettano le regole del web.

Husan individua allora sei progetti che hanno il potenziale di riportare l'attenzione sulla DeFi e sul mondo della blockchain sbloccandone il vero potenziale, aiutando gli utenti a riprendersi il controllo della propria vita online. 

Navigate

Tra i progetti più interessanti presentati da Husain c'è Navigate: il progetto dietro il NVG8 mira a dare agli utenti più controllo sui propri dati e in particolare a evitare che le big tech raccolgano le informazioni personali degli utenti e le vendano per arricchirsi.

Con Navigate le persone possono avere maggiore controllo sulla propria identità digitale e ogni click, ricerca o interazione può essere considerata una risorsa di proprietà dell'utente, il quale sceglie con chi condividerla e per quale scopo. In questo senso non sono le grandi compagnie a raccogliere in maniera indiscriminata i dati, ma sono gli utenti che decidono cosa vendere ai player di mercato.

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Filecoin

Un altro modo per guadagnare sul web decentralizzato è quello proposto da Filecoin: l'obiettivo del progetto è far monetizzare agli utenti lo spazio inutilizzato sull'hard drive. Le persone possono in sostanza "affittare" la memoria che non usano e guadagnare token Filecoin, una sorta di "Airbnb dello storage" spiega Husain.

In questo modo non sono solo giganti come Amazon o Google che mettono in vendita lo storage, ma chiunque abbia dello spazio libero in memoria può contribuire alle risorse a disposizione, potenzialmente abbassando il costo di affitto della memoria.

Husain spiega che con questa modalità i dati vengono distribuiti su una rete globale e ciò li rende più resilienti, poiché non c'è più un singolo punto vulnerabile; inoltre, la decentralizzazione delle informazioni complica le operazioni di censura e controllo dei dati, con tutti i pro e contro che ne derivano.

Helium

Anche Helium dà più potere ai singoli utenti permettendo a ciascuno di diventare un piccolo ISP, potenzialmente eliminando la necessità di appoggiarsi alle grandi compagnie di telecomunicazione.

Chiunque può comprare un hotspot Helium che fornisce copertura internet a dispositivi IoT della zona; chi offre questo tipo di connettività riceve in cambio token Helium (HNT).

Sia nelle città che nelle aree rurali, questo meccanismo consente di migliorare la connettività portandola anche dove le compagnie di telecomunicazioni non sono arrivate, rendendola più economica.

Chainlink

Chainlink mira a risolvere il problema dell'interoperabilità delle blockchain. Le reti decentralizzate hanno grosse difficoltà quando si tratta di comunicare con l'esterno per ottenere o inviare dati; nel caso di reti che hanno bisogno di sapere l'andamento della borsa o le previsioni meteorologiche, è fondamentale affidarsi a informazioni esterne precise.

Chainlink interviene mettendo a disposizione una rete di "oracoli", ovvero dei nodi che si occupano di raccogliere e validare i dati dall'esterno. Questa modalità apre il mondo del web decentralizzato a tutta una nuova serie di applicazioni blockchain come le assicurazioni o il tracking della supply chain.  

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Polkadot

Come Chainlink, anche Polkadot è pensata per abilitare la comunicazione tra sistemi, anche se in questo caso si tratta di interoperabilità tra blockchain. Con Polkadot le diverse reti possono scambiarsi informazioni e operare insieme.

Husain descrive il progetto come "una blockchain di blockchain" che consente a più sistemi di comunicare, condividere dati e in questo modo aumentare il valore complessivo dell'infrastruttura.

Il mondo delle blockchain è frammentato e questo progetto vuole cercare di dare un'organizzazione all'infrastruttura in modo che sia perfettamente integrata. Polkadot si basa su delle "parachain", ovvero blockchain che si collegano alla rete principale e sono ottimizzate per usi specifici, come gli smart contract di Ethereum o le funzionalità di privacy di Monero. 

Polkadot, spiega Husain, non si limita solo a supportare l'interoperabilità tecnica dei sistemi, ma abilita una cultura di collaborazione che porta all'innovazione.

The Graph

L'ultimo progetto degno di nota è The Graph, una sorta di "Google delle blockchain" che permette agli utenti di trovare velocemente i dati di cui hanno bisogno. Il progetto si occupa di etichettare le informazioni disponibili nell'infrastruttura in modo che siano più facili da cercare e interrogare.

Come ogni rete decentralizzata che si rispetti, The Graph non si basa su un servizio centrale ma sfrutta una serie di operatori indipendenti per l'indicizzazione e la ricerca dei dati. "È come se Google venisse eseguito da milioni di persone nel mondo invece che da una singola compagnia" afferma Husain. 

Questi progetti vanno oltre le criptovalute e, pur mettendo a disposizione i propri token per consentire agli utenti di guadagnare, si occupano di risolvere alcuni dei problemi principali delle reti decentralizzate, incentivando gli utenti a fare la propria parte.

Più che per un guadagno personale, queste reti sono pensate per supportare la creazione di un web davvero decentralizzato, trasparente e soprattutto incentrato sugli utenti. 

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