Opinioni Ridurre il burnout dei professionisti sanitari con ChatGPT
Marina Londei
2' 38''
07/12/2023

L'uso dei chatbot come ChatGPT può aiutare i pazienti a gestire in autonomia i problemi clinici e ridurre il carico di lavoro dei professionisti sanitari.

Ridurre il burnout dei professionisti sanitari con ChatGPT

Spesso si parla di come ChatGPT possa aiutare i dipendenti a essere più produttivi ed efficienti nelle loro attività e ridurre il rischio di burnout. Ciò è vero anche nel contesto clinico: medici e personale sanitario possono affidarsi al chatbot per diminuire il carico di lavoro, bilanciando la domanda e l'offerta.

In un articolo per Forbes Robert Pearl, medico e professore di chirurgia presso la Stanford University, spiega che il modo migliore per ridurre il lavoro dei professionisti sanitari è dare ai pazienti la possibilità di gestire in autonomia le proprie patologie, soprattutto quando si tratta di problemi cronici. 

Democratizzando le conoscenze cliniche si riesce da una parte a ridurre il volume di attività dei medici, e dall'altra a contenere le spese che devono affrontare i pazienti. Anche se ancora le tecnologie non sono completamente mature, nel corso dei prossimi anni ChatGPT e altre applicazioni simili di IA diventeranno sempre più affidabili, tanto che i pazienti potranno diagnosticarsi da soli le malattie, comprenderle e prendere delle decisioni cliniche informate.

È chiaro che i chatbot non potranno mai sostituirsi del tutto ai medici, ma sono uno strumento molto potente per velocizzare le prime fasi di diagnosi, mettendo la conoscenza in mano ai pazienti. 

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laptop

Non si tratta solo di fornire informazioni mediche di base, ma di specializzare questi strumenti sulla base del disturbo del singolo e renderli in grado di fornire consigli personalizzati a ogni paziente. Per esempio, possono ricordare agli utenti di prendere dei medicinali, di effettuare i controlli periodici o aiutarli a fissare gli appuntamenti dagli specialisti. 

Ciò permette anche di ridurre l'incidenza di condizioni croniche, infarti e ictus, e quindi di ridurre la domanda di assistenza medica che oggi sta mettendo in difficoltà il personale sanitario.

In futuro ci si aspetta che l'IA generativa non sia solo in grado di monitorare la salute dell'utente, ma anche di interpretare i dati raccolti in base alla storia clinica del paziente e del contesto, indicandogli come procedere senza bisogno di consultare il medico.

La capacità di identificare alcune condizioni non appena si presentano consente anche di velocizzare i trattamenti e renderli più efficaci: in molti casi, agire il prima possibile incide notevolmente sul successo delle cure.

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personale medico

"L'obiettivo di un maggiore utilizzo di queste tecnologie non è quello di eliminare i medici. È dare loro il tempo di cui hanno disperatamente bisogno nel lavoro di tutti i giorni, senza aumentare ulteriormente i costi medici già inaccessibili" afferma Pearl.

Il problema del burnout clinico è più sentito in alcune nazioni che in altre, ma accomuna ogni Paese. Anche in Italia, secondo FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), metà dei medici è a rischio burnout. La situazione è precipitata nel periodo del Covid, ma continua a essere critica. 

Viste le possibilità che si prospettano, vale la pena dare una possibilità alle nuove tecnologie. È chiaro che il cambiamento non avverrà da un giorno all'altro e che gli utenti andranno educati all'uso dei chatbot per scopi clinici, ma, sottolinea Pearl, è giunto il momento di dare il via al processo. 

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