Implementare processi sostenibili porta a numerosi vantaggi per le imprese, ma non tutte le realtà riescono a coglierne il vero valore e affrontare gli investimenti iniziali per migliorare la supply chain.
Kevin Beasley, CIO di VAI, azienda sviluppatrice di ERP cloud, ha sottolineato l’importanza di integrare l’IoT, l’analisi predittiva, la blockchain e altre tecnologie data-driven nella supply chain per ottimizzarla, ridurre gli sprechi e garantire la trasparenza dei processi.
Beasley si è concentrato in particolare sull’industria alimentare e delle bevande, sottolineando quanto sia complesso garantire la sostenibilità dei suoi processi. Basti pensare che globalmente la supply chain alimentare è responsabile di un terzo delle emissioni prodotte dall’uomo ogni anno, e il trasporto contribuisce per l’8% del totale.
Oltre alle emissioni c’è il problema dello spreco di cibo: solo negli Stati Uniti un terzo del cibo prodotto annualmente viene buttato.
I problemi di sovra- e sotto- produzione e di ottimizzazione delle risorse possono essere risolti introducendo tecnologie data-driven nella gestione della supply chain per rendere più efficienti i processi e ridurre gli sprechi.
Le tecnologie per una supply chain più sostenibile
Tra le tecnologie data-driven più efficaci indicate da Beasley ci sono i sensori e dispositivi IoT per monitorare le operazioni della supply chain e raccogliere dati sul livello dell’inventario e le condizioni metereologiche.
Il monitoraggio dell’intero processo, dalle aziende agricole e produttive fino alla vendita al dettaglio, permette di identificare e risolvere il prima possibile eventuali problematiche.
L’integrazione dell’IoT può avvenire anche nelle fasi di trasporto, dove solitamente si registrano alti livelli di deterioramento dei cibi: i sensori sui mezzi monitorano i livelli di temperatura e umidità per segnalare variazioni che potrebbero rovinare i prodotti, così che lo spedizioniere possa agire.
Beasley propone anche l’utilizzo della blockchain per migliorare la tracciabilità dei prodotti e permettere ai consumatori di esplorare tutte le fasi del “ciclo di vita” del prodotto che sta acquistare.
Un’aumentata tracciabilità significa anche maggiore trasparenza in tutte le fasi della supply chain per identificare problemi di sicurezza e rimuovere tutti e soli i prodotti coinvolti.
Infine, l’analisi predittiva aiuta le imprese a individuare pattern ricorrenti per prevedere trend futuri e organizzare la produzione anticipando la richiesta: le organizzazioni, in questo modo, possono migliorare la gestione dell’inventario ed evitare eccessi o mancanze di prodotti.
Gli insight offerti dall’analisi predittiva aiutano inoltre a ottimizzare il consumo di acqua ed energia e, non per ultimo, a definire i percorsi migliori per i trasporti, riducendo così i consumi di carburante.
Il clima economico instabile potrebbe far desistere le imprese dal perseguire la sostenibilità della supply chain, ma i benefici che porta, sia economici che di fiducia da parte dei consumatori, superano le difficoltà degli investimenti iniziali. Le tecnologie data-driven possono rivelarsi un vero punto di svolta per le industrie alimentari che vogliano migliorare l’efficienza dei processi e aumentare i profitti.