Se fino a poco tempo fa l’intelligenza artificiale veniva vista esclusivamente come una tecnologia capace di sostituire l’uomo nelle attività, coi recenti sviluppi si è fatta strada l’idea che, a fronte di un’automazione dei task, gli esseri umani possono dedicarsi a processi più creativi e migliorare l'efficienza del business.
Nicola Morini Bianzino, Global Chief Client Technology Officer di CEO, ha affrontato l’argomento riflettendo non solo sull’aspetto dell’efficienza delle nuove tecnologie, ma soprattutto sui benefici che apportano alla creatività umana.
La vera domanda da porsi, spiega Bianzino, non è su come usare la tecnologia, ma su quale impatto può avere nei processi decisionali e nel soddisfare le esigenze umane.
Più tempo "libero" significa più innovazione
Il principale effetto positivo delle nuove tecnologie è la riduzione del tempo necessario a svolgere task ripetitivi in favore di attività più creative. Secondo Bianzino, avendo più tempo libero i lavoratori possono dedicarsi a progetti che stimolano la collaborazione tra colleghi e creano nuove opportunità d'innovazione.
La comunicazione e il confronto continuo liberano la creatività, permettendo ai professionisti di ideare nuove tecnologie o combinarne di esistenti per aumentare ulteriormente le proprie capacità.
L'innovazione, spiega Bianzino, è frutto di iterazioni nate dalla collaborazione creativa tra esseri umani, ed è anche un processo continuo che va coltivato. L'automazione delle attività supporta questo processo e lo arricchisce, aprendo nuove strade all'evoluzione tecnologica.
L’IA potenzia il processo creativo
Oltre ad avere più tempo libero per essere creativi, l’IA amplifica le nostre capacità decisionali dandoci nuovi spunti per approcciare i problemi.
Se è vero che gli esseri umani riescono a identificare dei pattern in maniera automatica, possono commettere degli errori dovuti a delle assunzioni o a dei pregiudizi del tutto naturali.
Man mano che i sistemi di intelligenza artificiale diventeranno più potenti e precisi riusciranno a seguire un approccio più critico all’analisi e al problem-solving, individuando pattern e soluzioni a cui l’essere umano non avrebbe mai pensato.
Il processo creativo, soprattutto durante le fasi decisionali, verrebbe arricchito dalle capacità dell’IA, in grado di individuare correlazioni tra migliaia di dati e far emergere soltanto quelle davvero utili.
“Invece di iniziare con un foglio bianco, possiamo usare l’IA per guidare il nostro giudizio creativo e i processi decisionali per trovare percorsi innovativi che hanno più possibilità di successo, basati sui dati a disposizione” spiega Bianzino.
Sfruttare la tecnologia per essere più reattivi
Il vero obiettivo del processo di integrazione delle nuove tecnologie è soddisfare le necessità dei clienti e assicurare una crescita di valore e a lungo termine alle azienda.
Avere a disposizione i tool più moderni e innovativi non serve se il processo creativo non è rivolto alla componente umana, sia essa composta dai consumatori che dalla forza lavoro interna.
Man mano che i bisogni interni ed esterni cambiano, le organizzazioni devono sfruttare il potere combinato di creatività umana e potenza dei sistemi per diventare reattive e risolvere qualsiasi sfida.
L’intelligenza artificiale non serve solo ad automatizzare attività e sostituire gli esseri umani, ma anche e soprattutto a rendere le imprese più flessibili e i loro processi più efficienti.
Essere spaventati dall’IA non serve a nulla: le organizzazioni dovrebbero approfittare delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie per esplorare nuovi e migliori modi di lavorare, potenziare la creatività umana e guidare l’innovazione.