Approfondimenti La gestione dei dati richiede collaborazione tra IT e business
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17/07/2024

La fase di gestione del dato deve coinvolgere non solo il reparto IT, ma anche i manager di business per assicurarsi di ottenere il massimo valore dalle informazioni a disposizione.

La gestione dei dati richiede collaborazione tra IT e business

L'intelligenza artificiale e in generale le nuove tecnologie hanno aperto numerose opportunità di innovazione per le aziende, ma per coglierle le organizzazioni devono essere in grado di raccogliere e preparare i dati in maniera rigorosa.

Le fasi di raccolta ed estrazione di valore dalle informazioni, infatti, sono di certo fondamentali per il successo delle iniziative di trasformazione digitale, ma nel mezzo deve esserci la data management, ovvero la fase che mira a ottimizzare l'uso dei dati per consentire alle imprese di prendere decisioni vantaggiose .

Ma la gestione del dato non può essere più soltanto un aspetto tecnologico, perché deve coinvolgere anche il business per definire quella parte strategica che consente poi di generare valore per l'organizzazione.

Con Simone Merlini, CEO, CTO e co-fondatore di beSharp, abbiamo parlato dell'importanza della collaborazione tra IT e business per creare una cultura del dato solida e guidare la trasformazione digitale in modo efficace.

I quattro pilastri della gestione del dato

Merlini spiega che la gestione del dato si articola in quattro pilastri: il data life cycle, ovvero la gestione del ciclo di vita del dato, dall'acquisizione al suo utilizzo; la security; la governance e infine la compliance.

Questi quattro pilastri formano quella che viene chiamata data platform, un concetto logico che identifica un "processo contenitore" nel quale confluiscono una serie di flussi dati attraverso i quali si mettono le informazioni a disposizione di vari attori, umani o macchine, che ne possono estrarre il valore.

È qui che, per garantire che i processi e i flussi dati portino valore e non rallentamenti o errori, è fondamentale coinvolgere il business: sono i manager che decidono quali sono le informazioni più rilevanti per le esigenze aziendali.

"Tutta la data journey deve essere governata e guidata da esigenze di business che poi vengono implementate a livello tecnico" - spiega Merlini, sottolineando che una corretta gestione dei dati può avvenire solo se si verifica una contaminazione incrociata tra l'IT e il business.

I manager devono lavorare a stretto contatto con gli IT manager e i CIO per capire insieme come migliorare i processi di business, sfruttando i dati che rappresentano la vera leva trasformativa per il business. Gli organismi aziendali coinvolti, quindi, diventano molti e il loro sforzo coordinato sull'interpretazione da dare ai dati aziendali va a costruire una una vera e propria cultura del dato aziendale che diventa un asset importantissimo e unico. 

"Da un lato la data journey richiede in varie fasi tante competenze diverse e molto specifiche, ma dall'altro lato serve una data culture, ovvero un approccio olistico, qualcuno che con una cultura comune riesca a sovraintendere tutto il processo end-to-end con una strategia comune che consente di mettere a terra gli obiettivi di business" afferma Merlini. 

L'obiettivo è creare una modalità di gestione dei dati che permei il tessuto manageriale dell'azienda e che consente di massimizzare il valore estratto e utilizzato dalle informazioni a disposizione; solo in questo modo è possibile trasformare l'organizzazione e proiettarla verso un futuro digitale.

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