Le aziende europee non riescono ancora a risparmiare abbastanza sui consumi energetici: a dirlo è l'ultimo studio condotto da Aras, "La transizione delle aziende europee" secondo il quale le imprese dovrebbero affidarsi a un approccio più strutturato per ridurre i consumi.
Le imprese europee hanno già attuato alcune misure di risparmio, ma non sono ancora sufficienti. Luci led, porte a tenuta stagna e isolamento termico contrastano ma non risolvono in maniera efficace il problema dei consumi troppo elevati.
L'aumento del costo dell'energia è un problema molto sentito dalle aziende, che ora si trovano costrette a rivedere interi processi per ottimizzare l'uso delle risorse senza incidere sulla produttività.
Per ridurre ulteriormente il loro impatto energetico, le imprese devono effettuare analisi più precise e audit sistematici per avere una visione approfondita dei consumi. I dati raccolti possono essere usati per creare un gemello digitale della catena di prodotto così da associare i costi energetici alle singole parti e ottimizzare quelle più critiche.
Luigi Salerno, Country Manager di Aras Italia, ha affermato: "In passato, i costi energetici erano trascurabili a causa del loro basso impatto, quindi potevano essere distribuiti approssimativamente sull'intero portafoglio di prodotti. L'aumento dei prezzi dell'elettricità, del petrolio, del gas, ecc. sta ora costringendo le aziende a ripensare in direzione di una maggiore trasparenza. Solo quando sarò in grado di identificare quale componente del mio prodotto consuma più energia, potrò ottimizzarlo in tal senso. Questo vale anche per cose apparentemente poco significative, come l'imballaggio in plastica del prodotto finito".
L'industria manifatturiera deve digitalizzarsi e investire su soluzioni software per adattare la produzione alle nuove esigenze energetiche. L'obiettivo, come sottolinea Aras, è diventare climaticamente neutrali e più eco-sostenibili, riducendo al contempo i costi di produzione e dei consumi energetici, fino a dimezzarli.