Sembra che l'era dei cobot, i robot collaborativi, sia iniziata: il valore di mercato di questo comparto sta crescendo in maniera imponente e stanno aumentando i progetti che uniscono l'IA e la robotica.
A dirlo è Arash Ajoudani, direttore del laboratorio HRII (Human Robot Interaction and Interfaces): in occasione dell'edizione autunnale di Richmond IT Director Forum, Ajoudani ha riportato che i cobot hanno favorito un aumento di produttività del 60% e una riduzione dei costi del 40%.
Il direttore dell'HRII ha spiegato che questi robot oggi trovano maggiore applicazione nei settori industriale e dell'assistenza sanitaria: "In ambito industriale, ad esempio, l’utilizzo di robot riduce i tempi di produzione del 30%, con un risparmio del 25% sui costi di manodopera. In ambito sanitario, l’utilizzo dei cobot fa aumentare la precisione del 50% ed è possibile ridurre del 40% il recupero post-operatorio. Per rimanere nel campo dell’health care, l’AI permette di accelerare le diagnosi e a personalizzare i trattamenti, con una crescita del mercato annuo del 45%" ha spiegato Ajoudani.
L'introduzione dei cobot ha un impatto sul settore sanitario anche in maniera indiretta: Ajoudani ha riferito che i danni fisici al sistema muscoloscheletrico delle persone a lavoro causano ogni anno in Italia un danno economico di 8 miliardi. Oggi, grazie ai cobot e alle tecnologie più avanzate, è possibile individuare in modo più preciso le aree del corpo sottoposte a maggior sforzo durante i movimenti, anticipando le patologie che ne possono derivare.
Bisogna inoltre considerare anche le condizioni di stress mentali, con costi 2,5 volte superiori a quelli causati dai danni fisici. Tutto ciò sta portando a una crescente attenzione nei confronti dell'ergonomia cognitiva, ovvero a come ridurre il carico mentale e psicologico dei lavoratori.
La robotica unita all'IA consente di personalizzare ritmi e flussi di lavoro sul singolo leggendo segnali non verbali, per adattare poi le attività sulle esigenze dei lavoratori.
A tal proposito, Ajoudani ha presentato MOCA (Mobile Collaborative Robotic Assistant), un robot collaborativo in grado di tracciare i movimenti corporei dei lavoratori. Durante l'evento si è parlato anche di RealMove, un sistema markerless dell'Istituto Italiano di Tecnologia in grado di catturare simultaneamente più corpi e oggetti in movimento.
Ajoudani ha però avvertito dei rischi dell'ergonomia cognitiva: "C'è il rischio che le persone si sentano meno utili o più insicure, aumentando ulteriormente le difficoltà mentali" ha commentato, sottolineando l'importanza di lavorare attentamente per realizzare una collaborazione uomo-macchina virtuosa e utile.