Le consegne autonome sono uno dei sogni di tutti i settori industriali: assistenti robotici che si occupano in autonomia di consegnare pacchi, anche molto pesanti, senza l'aiuto degli esseri umani.
Nonostante i progressi della robotica, c'è ancora un problema da risolvere per rendere questo sogno una realtà: permettere ai robot di accedere ai magazzini e agli edifici per completare le consegne.
Come sottolinea Steve Van Till, fondatore e CEO di Brivo, fornitore di soluzioni per gli spazi smart e il controllo degli accessi, i sistemi odierni che controllano l'accesso agli edifici sono pensati per l'interazione umana: il passaggio di una tessera, il riconoscimento di un impronta o semplicemente la spinta di una maniglia.
Con l'aumento degli acquisti online il volume dei pacchi da consegnare è aumentato in maniera esponenziale; nell'ottica di automatizzare le consegne per ridurre il lavoro dei corrieri, è necessario aggiornare gli elementi di design architetturale e di sicurezza per permettere anche ai robot di accedere agli edifici.
I veicoli a guida autonoma ci hanno avvicinati all'idea di una rete di consegne automatizzata, ma manca ancora da gestire la "logistica dell'ultimo miglio", ovvero la consegna finale al destinatario.
Le possibili soluzioni al problema
Una soluzione perfetta per risolvere il problema degli accessi dei robot è il Bluetooth: questa tecnologia è ampiamente diffusa, economica e opera a un range di distanze ottimale. I robot possono scambiare le proprie credenziali digitali coi sistemi di controllo degli accessi e ottenere l'autorizzazione per entrare nell'edificio.
Il problema, spiega Van Till, è che ogni casa produttrice ha definito protocolli e metodologie proprietari per la comunicazione Bluetooth, col risultato che le applicazioni riescono a comunicare esclusivamente con gli smart reader dello stesso produttore.
Finché l'industria non definirà uno standard per la comunicazione Bluetooth, i robot non potranno interagire coi sistemi di controllo degli accessi.
Un'altra possibile soluzione è l'uso dei codici QR, anch'essi molto diffusi, economici e per di più leggibili in modo universale. Questi codici potrebbero essere attaccati come adesivi ai robot e scansionati dalle telecamere per il controllo degli accessi per identificare la consegna.
Anche in questo caso, però, ci sono dei limiti: il primo è che andrebbero sostituiti periodicamente; il secondo è che potrebbero essere vandalizzati, diventando illeggibili; infine, per utilizzare efficacemente un singolo codice per molteplici destinazioni, sarebbe necessaria una diffusione estesa tra le diverse attività commerciali, e ciò può essere complicato da mettere in pratica.
Anche la tecnologia NFC può essere un'alternativa valida, così come i sistemi cloud-based per il controllo degli accessi. Questi sistemi rendono disponibili delle API che permettono ad applicazioni esterne di interagire con essi; nel caso dei robot, le interfacce possono essere usate per gestire i privilegi di accesso e recapitare i pacchi.
Per permettere ai robot di completare le consegne sono necessari investimenti per lo sviluppo e l'adozione di nuovi sistemi di comunicazione. Superato questo ostacolo, bisognerà convincere l'opinione pubblica ad accettare questo nuovo tipo di trasporto. Molte persone sono ancora restie ad accettare la convivenza tra uomo e macchina, ma alla fine, di fronte alla comodità delle consegne automatizzate, anche questa rivoluzione diventerà una normalità.