Il futuro di Internet è decentralizzato: il web3 di cui tanto si parla negli ultimi anni sarà caratterizzato dalla blockchain, dagli NFT e dalle criptovalute, tutte tecnologie che daranno agli utenti il potere di controllare i propri dati e le proprie transazioni.
Un cambiamento epocale rispetto al Web2, quello attuale fortemente centralizzato, in cui le risorse passano sotto il controllo di entità terze. I servizi finanziari, quelli che oggi fanno da intermediari per le transazioni, sembrano quindi "minacciati" dall'incombente Web3, spiega Bernard Marr.
Nell'era della finanza decentralizzata, questi servizi verranno rimpiazzati da smart contract e blockchain che realizzeranno un sistema peer-to-peer. Se da una parte l'assenza di entità regolatrici implica anche l'assenza di una sorta di "protezione consumatori", dall'altra libera gli utenti dalle inefficienze e dall'eccessiva burocrazia degli istituti bancari, e di conseguenza anche dei costi.
Non solo: la finanza decentralizzata permette anche a chi non ha accesso ai servizi bancari di sfruttare il nuovo sistema finanziario, più equo e per questo preferito dalla maggior parte degli utenti.
La sopravvivenza degli istituti finanziari
In questa visione, le banche e gli altri istituti finanziari si trovano in una posizione molto scomoda; per questo motivo, è necessario che rivedano i propri servizi per adattarsi al nuovo modello del web e offrire il massimo valore ai propri consumatori.
Come sottolinea Marr, la blockchain è pensata proprio per l'ambiente bancario, per rendere sicure le transazioni. Gli istituti finanziari potrebbero trarre vantaggio da questa tecnologia per facilitare gli spostamenti di denaro anche tra diverse valute, comprese le crypto, e ridurre le tasse per la singola operazione.
Di base, le banche continuerebbero a fare ciò che fanno ora, ma adattandosi ai requisiti della nuova configurazione del web. L'idea di avere un mediatore che faccia da garante per le transazioni continua a essere positiva, purché i costi non superino i benefici.
Gli istituti finanziari potrebbero inoltre integrare la blockchain in prestiti e mutui, diminuendo i tassi d'interesse e rappresentando ancora una volta una parte di fiducia.
Per Marr l'avvento del Web3 può essere un'ottima opportunità per le banche per aggiornare il proprio operato e adattarlo al futuro.
Forse ancora è difficile dire con sicurezza quando la vera rivoluzione si verificherà e se rischierà davvero di eliminare definitivamente le banche. Di sicuro, però, gli istituti finanziari non dovrebbero ignorare l'esistenza delle nuove tecnologie, e dovrebbero invece valutare nuove modalità per rivolgersi a un pubblico sempre più consapevole del valore del proprio capitale.