News Il robot soffice che si cura da solo
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20/12/2022

I ricercatori della Cornell University hanno sviluppato un materiale per robot soffici che gli permette di ripararsi da soli in caso di danni.

Il robot soffice che si cura da solo

L'area della soft robotics mira a costruire robot con materiali flessibili e deformabili affinché possano adattarsi a contesti variegati, soprattutto in ambienti ostili e luoghi difficili da raggiungere.

Gli ingegneri della Cornell University hanno fatto un passo ulteriore creando un robot soffice in grado di individuare eventuali danni e ripararsi da solo. 

I ricercatori hanno usato dei sensori in fibra ottica equipaggiati con luci LED per identificare cambiamenti e alterazioni della superficie del robot, come graffi o fori causati dall'attività della macchina. I sensori sono poi combinati con un elastomero poliuretanico ureico, un materiale polimerico dotato di proprietà "iperelastiche", in grado di riparare velocemente il robot e rinforzare la sua struttura.

Tara Winstead on Pexels
self healing robot

La riparazione avviene a temperatura ambiente e senza alcun intervento esterno: il robot può sistemarsi in qualsiasi momento, non appena individua un'alterazione della sua superficie esterna. 

Il materiale, flessibile ed elastico, può essere applicato su qualsiasi robot grazie alle sue proprietà adattive. Nei test eseguiti dal team di ricerca, l'elastomero è stato posizionato su un robot soffice; esso è stato poi forato in diversi punti per valutare la risposta del sistema. 

Il robot è riuscito a sistemare ogni buco impiegando meno di un minuto per ciascuno di essi. Il team ha anche dimostrato che il robot è in grado di velocizzare la procedura quando percepisce un danno più "grave", così da ripararsi più in fretta. 

Al momento il materiale è in grado di riprendersi da graffi o tagli, ma non da danni più gravi come bruciature o causati composti acidi. Si tratta in ogni caso di un ottimo punto di partenza per la costruzione di robot autonomi.

Tara Winstead on Pexels
self healing robot

Il prossimo passo, annunciato dai ricercatori, è di integrare il sistema con il machine learning per riconoscere, oltre che i danni superficiali, anche gli altri stimoli tattili, così da realizzare una "pelle" capace non solo di ripararsi, ma anche di interagire con l'ambiente circostante in ogni condizione. 

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