News OpenAI vuol creare robot umanoidi più intelligenti
Marina Londei
3' 46''
04/03/2024

OpenAI ha stretto una collaborazione con Figure per la realizzazione di modelli di IA che alimenteranno i robot umanoidi della compagnia.

OpenAI vuol creare robot umanoidi più intelligenti

OpenAI ha deciso di investire sullo sviluppo di modelli pensati per supportare i robot umanoidi di nuova generazione e affiancare gli esseri umani nei task manuali più pesanti.

La compagnia di Sam Altman ha stretto un accordo con Figure, una delle aziende più famose nel campo della robotica, per sviluppare nuovi modelli di IA da integrare nei suoi robot. 

A riportarlo è la testata PopSci, la quale ha contattato il fondatore e CEO di Figure Brett Adcock per approfondire i dettagli della parternship. Adcock ha descritto l'accordo come un "enorme traguardo per la robotica", sottolineando come la nuova generazione di modelli abiliterà una perfetta collaborazione uomo-macchina non più soltanto fisica, ma anche conversativa. 

Al momento Figure sta lavorando a un robot umanoide bipede general purpose, in grado di sollevare oggetti fino a 20kg e di camminare a una velocità di quasi 5 km/h. L'obiettivo della compagnia è fare in modo che questi robot possano occuparsi delle mansioni più pericolose per l'uomo e in maniera del tutto autonoma.

Le premesse sono ottime, ma bisogna vedere se nella pratica il robot riuscirà a soddisfare le aspettative: in passato sono stati prodotti numerosi prototipi di robot bipedi, ma nessuno di questi ha avuto il successo sperato.

A giudicare dall'investimento, OpenAI sembra molto fiduciosa nel progetto. Adcock ritiene che Figure abbia tutte le carte in regola per realizzare robot affidabili capaci di affiancare, se non sostituire, i professionisti umani, e sottolinea che la nuova collaborazione migliorerà le capacità di ragionamento delle macchine, migliorando la comunicazione in linguaggio naturale.

"Vediamo un enorme vantaggio nell'avere un modello linguistico di grandi dimensioni o multi-modello sul robot, così che si possa interagire con esso e fornire quella che chiamiamo 'comprensione semantica" ha detto Adcock.

Nel lungo periodo, Figure si aspetta che le persone siano in grado di parlare col robot in linguaggio naturale e che esso riesca a creare da solo una serie di task e svolgerli per portare a termine un lavoro. La collaborazione con OpenAI permetterà al robot di imparare dai propri errori, correggersi ed eventualmente rispondere in linguaggio naturale. 

Anche la compagnia di Sam Altman si dice entusiasta della partnership: "Abbiamo sempre pensato di tornare alla robotica e con Figure vediamo un percorso per esplorare ciò che i robot umanoidi possono raggiungere se alimentati da modelli multimodali altamente capaci" ha dichiarato Peter Welinder, vicepresidente di Product and Partnership di OpenAI.

Pexels
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La corsa allo sviluppo di robot umanoidi

I fallimenti pregressi non hanno fermato le compagnie di robotica: oltre a Figure, la quale ha ricevuto finanziamenti per 675 milioni di dollari, altre realtà stanno lavorando per commercializzare nuovi robot umanoidi. È il caso per esempio di 1X Technologies AS che ha ricevuto un sostanzioso finanziamento sempre da OpenAI, o di Agility Robotics che ha messo a disposizione le sue macchine nei magazzini Amazon. 

Diversi studi prevedono che il settore della robotica, in particolare dei robot umanoidi, sarà uno dei più redditizi nei prossimi anni: Goldman Sachs ha previsto che potrebbe raggiungere i 154 miliardi di dollari entro il 2035, mentre la società di servizi finanziari Macquarie ritiene che il settore potrebbe valere addirittura 3 triliardi di dollari entro il 2050. 

È quindi normale che le aziende di robotica vogliano ritagliarsi una parte del mercato e stabilizzare la propria posizione, ma di strada ce n'è ancora molta da fare. Il problema coinvolge anche i costi elevati di produzione e di conseguenza di commercializzazione, ma il punto di domanda più grosso riguarda le effettive capacità dei robot: non è chiaro se saranno mai in grado di svolgere compiti complessi con la stessa flessibilità di un lavoratore umano. 

Inoltre, c'è ancora molta confusione su quali siano esattamente i task che questi robot riusciranno a svolgere e per quali saranno più adatti. Adcock ha spiegato a PopSci che la compagnia ha già individuato cinque casi d'uso principali per i suoi robot, ma al momento non li ha svelati pubblicamente.

"Pensiamo di poter risolvere molti di questi problemi con i sistemi di intelligenza artificiale", ha detto Adcock. "Crediamo davvero che il futuro dei robot generici passi attraverso l'apprendimento, attraverso l'apprendimento dell'intelligenza artificiale".

Anche superando lo scoglio dei casi d'uso, rimane la questione della sicurezza: i robot potranno essere davvero considerati dei compagni affidabili in grado di proteggere i lavoratori? Figure, come le altre compagnie del mondo della robotica, avranno il loro bel da fare nel rispondere a queste domande. 

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