L'Europa sta affrontando un duplice problema demografico: una popolazione sempre più anziana e una riduzione dei giovani in età lavorativa. Questo squilibrio crea una forte pressione sul sistema sanitario, che si trova a gestire una crescente domanda di assistenza con risorse umane sempre più limitate. In questo contesto, i robot assistivi sociali (SARs) rappresentano una potenziale soluzione tecnologica per supportare il personale sanitario e garantire assistenza ai pazienti. Tuttavia, nonostante le potenzialità, la fiducia del pubblico in queste tecnologie è ancora troppo bassa, come evidenziato da un recente sondaggio su 1092 cittadini europei.
Perché servono robot assistivi
L'invecchiamento della popolazione europea è un fenomeno che sta accelerando: si prevede che entro il 2050 un cittadino europeo su quattro avrà più di 65 anni. Questa tendenza, unita a una significativa riduzione della forza lavoro giovanile, pone una sfida critica per i sistemi sanitari. La carenza di personale medico e infermieristico è già un problema in molti paesi, con conseguenze dirette sulla qualità e sulla tempestività delle cure.
I SARs sono progettati per alleviare parte di questa pressione, offrendo supporto nelle attività quotidiane, monitoraggio dei pazienti, e assistenza nella gestione di compiti ripetitivi o fisicamente impegnativi. Inoltre questo tipo di assistenza sarebbe nettamente meno costoso rispetto ad operatori umani (comunque difficili da trovare), e questo potrebbe fare la differenza si per i bilanci pubblici sia per chi produce le tecnologie stesse.
Diffidenza verso le funzioni autonome dei robot
Il sondaggio ha rivelato che le funzioni dei SARs più criticate sono quelle che richiedono un alto grado di autonomia, come il triage (la gestione delle priorità nei trattamenti medici) e il controllo degli accessi. Queste funzioni sono percepite come invasive perché richiedono ai robot di gestire informazioni sensibili e di prendere decisioni critiche, come determinare chi ha bisogno di cure mediche urgenti o chi può accedere a determinati spazi. A tal proposito è opportuno ricordare un altro fenomeno: può capitare che le persone preferiscano delegare le decisioni all’IA, ma tale preferenza viene velocemente “ritirata” se la decisione presa non è quella più gradita.
La preoccupazione principale dei cittadini riguarda la privacy dei dati personali: molti temono che i robot possano raccogliere e gestire informazioni sanitarie in modo non sicuro, esponendole a possibili abusi o violazioni. Inoltre, l’idea che un robot possa decidere autonomamente chi riceve assistenza è vista come una potenziale minaccia, sia dal punto di vista etico che pratico, perché solleva dubbi sulla capacità delle macchine di valutare situazioni complesse e umane con sensibilità e precisione.
L’accettazione dei robot assistivi varia notevolmente tra i diversi gruppi demografici. Le donne e le persone con forti credenze religiose tendono a mostrare atteggiamenti più negativi verso i SARs, spesso a causa di timori legati alla sicurezza e all’etica. Al contrario, chi ha già avuto esperienze dirette con i robot, come ad esempio aver utilizzato dispositivi robotici domestici o lavorativi, manifesta una maggiore apertura e fiducia.
Il sondaggio ha evidenziato anche una correlazione tra la percezione della vulnerabilità del paziente e l’accettazione dei SARs: quanto più vulnerabile è percepito il destinatario dell'assistenza, tanto minore è l'accettazione del robot. Ad esempio, i SARs sono meno accettati per assistere bambini, anziani con demenza o persone con disabilità cognitive, perché queste situazioni richiedono un alto livello di empatia e giudizio umano che i robot, attualmente, non possono garantire.
Un risultato chiave del sondaggio è la chiara preferenza per i robot che agiscono in ruoli di assistenza sotto supervisione umana, piuttosto che in modo autonomo. Compiti come assistere un infermiere o un medico sono visti positivamente, mentre l’idea che un robot assuma completamente il ruolo di un operatore sanitario senza supervisione umana suscita forti riserve. Questo suggerisce che, per aumentare l'accettazione dei SARs, è fondamentale mantenerli in ruoli complementari piuttosto che sostitutivi rispetto agli esseri umani.
Implicazioni per lo sviluppo futuro, le politiche pubbliche e il settore privato
Per affrontare le sfide del sistema sanitario europeo, è essenziale che le politiche pubbliche incoraggino l'adozione dei SARs con un approccio che tuteli la privacy e l'integrità dei pazienti. Coinvolgere i cittadini nel processo decisionale può aiutare a costruire un contesto di fiducia, promuovendo regolamentazioni che limitino l’autonomia dei robot ai soli compiti di supporto e prevedano rigide misure di sicurezza per la gestione dei dati.
Lo sviluppo di SARs dovrebbe concentrarsi su funzioni che migliorano la qualità dell'assistenza senza sostituire l'intervento umano, come il monitoraggio dei parametri vitali, la promozione dell'aderenza alle terapie e il supporto emotivo. Implementare standard rigorosi per la protezione dei dati e garantire trasparenza nelle operazioni dei robot sarà cruciale per superare le barriere di fiducia.
Le aziende tecnologiche hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di soluzioni che rispondano alle esigenze sanitarie emergenti, adattando i loro prodotti alle normative e alle preoccupazioni etiche. Questo richiede investimenti non solo nella tecnologia, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di interfacce utente sicure e trasparenti. Le imprese devono collaborare attivamente con i governi e le istituzioni sanitarie per creare soluzioni che siano non solo innovative, ma anche accettabili e sicure per i cittadini. La capacità di sviluppare SARs che rispettino standard elevati di etica e sicurezza rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende e una risposta necessaria a una domanda sempre crescente di assistenza sanitaria automatizzata.
La strada verso un’ampia accettazione dei robot assistivi nella sanità è ancora lunga e richiede un approccio integrato che combini innovazione tecnologica, regolamentazione etica e coinvolgimento della società. L’Europa deve affrontare con urgenza il problema dell'invecchiamento della popolazione e della carenza di personale, e i SARs possono rappresentare una risposta efficace, a patto che vengano sviluppati e utilizzati in modo responsabile e trasparente.