L'intelligenza artificiale generativa è diventata di grande interesse anche per il mondo del marketing: gli esperti del settore possono generare e distribuire le campagne in pochissimo tempo, rispettando il tone of voice aziendale e raggiungendo gli utenti con i modi e nei tempi che preferiscono.
Negli ultimi anni il marketing si è rivolto anche agli influencer per pubblicizzare prodotti e servizi dell'azienda grazie alla loro capacità di intrattenere il proprio pubblico e creare connessioni più personali.
L'IA generativa sta diventando sempre più popolare anche nell'influencer marketing: i profili che spopolano sui social sono di fatto dei creatori di contenuti, i quali possono beneficiare delle ultime tecnologie per migliorare e velocizzare il proprio lavoro.
Come sottolinea Bernard Marr, autore per Forbes, gli influencer devono pubblicare più video al giorno per mantenere una connessione coi propri follower; tool come Synthesia e DeepBrain possono automatizzare gran parte delle attività ripetitive, come l'editing dei video e la post-produzione, permettendo ai creator di concentrarsi sul contenuto e sul valore del prodotto finito.
Gli influencer stanno utilizzando l'IA anche per mantenere alto l'engagement coi follower, per esempio automatizzando la risposta alle email. Una degli streamer più seguiti di Twitch ha addirittura creato una versione virtuale di se stessa in grado di rispondere ai messaggi dei fan con la sua voce (generata).
Chiaramente l'intelligenza artificiale può essere usata anche per eseguire delle analisi precise sull'andamento dei contenuti, individuare i brand migliori coi quali stringere una collaborazione o semplicemente organizzare la pubblicazione dei video.
Gli influencer virtuali
Dall'uso dell'IA generativa per la gestione dei contenuti alla creazione di veri e propri influencer virtuali il passo è breve.
Esistono già degli esempi di queste "entità": Eternity è una band kpop molto seguita composta da 11 membri generati dall'intelligenza artificiale. Un altro esempio è Noonoouri, una cantante virtuale che ha preso parte a campagne di marketing di Dior e Valentino e produce musica (tramite IA generativa) sotto l'etichetta Warner Music.
Se adesso per creare queste figure virtuali serve ancora l'intervento umano, Marr ritiene che in futuro il coinvolgimento delle persone nel processo si ridurrà sempre di più, finché gli influencer non diventeranno completamente generati dall'IA.
Il miglioramento delle tecnologie generative e la loro conseguente diffusione nel mondo degli influencer sta facendo nascere molti dubbi sull'eticità di alcune pratiche.
I problemi esistono e non si possono ignorare, a cominciare dalla creazione di sponsorizzazioni false tramite deepfake per ingannare gli utenti a comprare un prodotto o un servizio promosso da una celebrità.
Ci sono poi una serie di domande sulle relazioni "parasociali" che nascerebbero tra i fan e gli influencer virtuali, in particolare sull'impatto che potrebbero avere sulla salute mentale dei primi.
È chiaro che occorre prima di tutto promuovere la trasparenza in qualsiasi operazione di marketing, specificando fin da subito se la persona con cui si sta interagendo è reale o virtuale.
Visto che sarà impossibile fermare l'avanzata degli influencer virtuali, bisognerà perlomeno definire principi di eticità e sicurezza che ogni sistema di questo tipo dovrà rispettare.