Uno dei temi più discussi relativi all'IA riguarda la riduzione della forza lavoro: molti dipendenti sono spaventati dalla possibilità di essere demansionati o addirittura sostituiti dalla tecnologia, mentre i datori di lavoro sembrano non dare peso a questa preoccupazione e continuano a farsi trascinare dall'entusiasmo per la tecnologia.
Adam Spearing, Head of AI innovation ServiceNow EMEA, ritiene che l'indubbio potenziale trasformativo dell'intelligenza artificiale rivoluzionerà effettivamente il modo di lavorare, ma creerà anche nuove opportunità lavorative dove la creatività e l'empatia saranno le skill centrali.
Spearing riporta che, secondo la previsione del FMI, il 40% di tutti i lavori a livello mondiale sarà influenzato dall'IA; questa percentuale sale al 60% nelle economie avanzate se si considerando gli effetti del machine learning sui lavori d'ufficio.
L'ultima ricerca ServiceNow "Impact AI: 2024 Workforce Skills Forecast" rivela che, nonostante un aumento significativo dell'automazione, la domanda di lavoro supererà di gran luna l'offerta e continueranno a essere necessari molti più lavoratori.
I posti di lavoro aggiuntivi saranno quelli in cui spiccano qualità prettamente umane come la creatività, l'empatia e la comunicazione. In questa fase di evoluzione, le organizzazioni dovranno fornire formazione mirata ai dipendenti, aiutandoli a passare da un lavoro all'altro.
Per avere successo e cavalcare le opportunità del cambiamento, le imprese devono riuscire a comprendere quali competenze diventeranno più importanti e quali lo saranno meno. "In ServiceNow, ad esempio, siamo consapevoli che i lavori che riguardano la gestione dei clienti verranno significativamente influenzate dall'automazione. Ma riconosciamo anche che le persone in questi ruoli possiedono, o sono vicine ad avere, l'80% delle competenze necessarie per diventare project manager tecnici, ruolo che sarà molto richiesto" spiega Spearing, sottolineando la necessità di investire su una riqualificazione strategica.
Per farlo è necessario che i responsabili dei sistemi informatici e delle risorse umane, insieme agli altri leader aziendali, collaborino per implementare strumenti e programmi volti a identificare le competenze trasferibili e a creare percorsi professionali.
Oltre ad attingere al network interno di talenti, si possono organizzare nuove iniziative di formazione per trovare figure al di fuori del settore tecnologico che abbiano competenze sovrapponibili o complementari.
"Le organizzazioni che riusciranno a identificare i ruoli ad alto rischio a causa dell'automazione e le aree dove avranno più bisogno di nuovo personale, inizieranno a colmare le attuali lacune di competenze e sosterranno una nuova generazione di dipendenti ad alto valore" conclude Spearing.