I CEO sono entusiasti dell'intelligenza artificiale e stanno investendo in nuovi progetti per l'adozione della GenAI, ma la forza lavoro sembra non riuscire a stare al passo col cambiamento: secondo uno nuovo studio dell'Institute for Business Value di IBM, il 61% degli amministratori delegati intervistati ritiene che sta spingendo l'organizzazione ad adottare l'IA generativa più rapidamente di quanto alcuni membri del personale siano disposti a fare.
Il 63% dei CEO ritiene che i propri team abbiano le competenze e le conoscenze necessarie per incorporare l'IA generativa, ma pochi ne comprendono il reale impatto sulla forza lavoro e sulla cultura dell'organizzazione, con più della metà degli intervistati che non ha ancora valutato questo impatto sui dipendenti.
Eppure i CEO hanno intenzione di proseguire su questa strada, tanto che il 51% degli intervistati sta assumendo persone in ruoli relativi all'IA che l'anno scorso non esistevano, e il 47% di essi prevede di ridurre o ridistribuire la forza lavoro nei prossimi 12 mesi man mano che incorporerà l'IA generativa.
Non mancano però le difficoltà nell'assumere il personale: il 53% dei CEO dichiara di essere già in difficoltà nel riuscire a ricoprire i ruoli tecnologici chiave e affermano che almeno il 35% della forza lavoro avrà bisogno di riqualificarsi nei prossimi tre anni.
"C'è un incredibile entusiasmo intorno all'AI generativa e i CEO vogliono andare oltre il clamore dell'AI per ottenere un impatto sul business. Tuttavia, senza le persone e la cultura giuste, i progressi saranno lenti" ha dichiarato Matt Candy, Global Managing Partner di IBM Consulting.
Serve un cambiamento culturale, ma le sfide non mancano
Gli amministratori delegati riconoscono che è necessario un profondo cambiamento culturale per scalare con successo l'IA: il 65% di essi ritiene che il successo dell'organizzazione è direttamente legato alla qualità della collaborazione tra finanza e tecnologia, ma quasi la metà (48%) afferma che la competizione tra i dirigenti impedisce questa collaborazione.
Le difficoltà emergono anche nel rapporto con la forza lavoro: se l'81% dei CEO ritiene che ispirare il team con una visione comune produce risultati migliori, al tempo stesso il 37% afferma che i dipendenti non comprendono ancora appieno l'impatto delle decisioni strategiche.
È per questo che il 57% degli amministratori delegati riconosce che per diventare un'organizzazione data-driven il cambiamento culturale è più importante del superamento delle sfide legate alla tecnologia.
L'adozione dell'IA rimane comunque un elemento critico per il successo per i CEO, ma quasi due terzi di essi ritengono che l'organizzazione deve trarre vantaggio dalle tecnologie che cambiano più velocemente di quanto le persone riescano ad adattarsi.
"Nel momento in cui l'AI generativa viene incorporata nella strategia aziendale, è fondamentale che i dirigenti costruiscano una mentalità e una cultura aziendale che favorisca questa adozione e guidino le persone attraverso il cambiamento" ha concluso Candy.
Per i CEO i vantaggi dell'IA superano i rischi
Più di due terzi dei CEO intervistati concordano sul fatto che la governance per l'IA generativa debba essere stabilita al momento della progettazione delle soluzioni e non dopo la loro implementazione.
Sebbene il 75% dei CEO intervistati affermi che l'IA affidabile è impossibile senza un'efficace governance, solo il 39% dice di avere già oggi una buona governance.
Allo stesso tempo, il 62% degli amministratori delegati dichiara di voler correre più rischi della concorrenza per mantenere il vantaggio competitivo, e la metà concorda sul fatto che il rischio di rimanere indietro li spinge a investire in alcune tecnologie prima di averne compreso chiaramente il valore.
I CEO sono interessanti ai guadagni di produttività derivanti dall'automazione, e il 67% di essi afferma che sono così grandi da essere disposti ad accettare un rischio significativo per rimanere competitivi.
L'innovazione di prodotti e servizi appare come la principale priorità per i CEO per i prossimi tre anni, tanto che il 41% degli amministratori delegati dichiara di essere disposto a sacrificare l'efficienza operativa per una maggiore innovazione; la maggior parte di essi però indica l'attenzione ai risultati a breve termine come il principale ostacolo all'innovazione.
Oggi solo il 36% sta finanziando i propri investimenti in AI generativa con nuove spese in IT, mentre il restante 64% sta riducendo le spese relative ad altra tecnologia.
La situazione in Italia
In Italia i maggiori ostacoli all’innovazione indicati dai CEO riguardano tecnologie o dati inadeguati (32% rispetto al dato globale del 42%) e l'avversione al rischio/interruzione (46% rispetto al 39% globale). Le priorità per i prossimi tre anni sono invece il raggiungimento dell'accuratezza delle previsioni e esperienza del cliente (38% rispetto al 30% globale), l'efficacia del marketing e delle vendite (22% rispetto al 29% globale) e l9ecosistema/partnership (19% rispetto al 25% globale).
Negli ultimi 6 mesi gli amministratori delegati italiani si sono detti più preoccupati sui possibili ostacoli all'adozione della GenAI, legati in particolare alla provenienza dei dati (52% rispetto al 41% globale) e all'uso improprio della proprietà intellettuale (40% rispetto al 31% globale).
Le priorità che guidano gli investimenti dei CEO nell'intelligenza artificiale riguardano invece il miglioramento della sicurezza e della gestione del rischio (49% rispetto al 38% globale).