L'eccesso di cibo è uno dei problemi più sentiti al giorno d'oggi. Non si tratta soltanto di pasti consumati a metà o cibi scaduti, ma soprattutto di generi alimentari prossimi alla scadenza o scaduti da poco o confezioni con difetti che non possono essere messe in vendita.
La maggior parte dell'inquinamento da cibo deriva proprio da quei prodotti che non riescono a raggiungere gli scaffali dei negozi, nonostante le loro proprietà nutritive e il gusto siano rimasti inalterati. Pensiamo per esempio a una confezione di biscotti scaduta da un paio di giorni: i supermercati devono ritirarla dalla vendita, anche se il prodotto è perfettamente edibile.
Il problema è ben più grande di quel che si può immaginare: secondo un report del 2021 dell'Environment Program si sprecano circa 931 milioni di tonnellate di cibo venduto a ristoranti, catene di bar e fast food, negozi e case.
Non si tratta solo di limitare gli sprechi ma anche di ridurre l'inquinamento atmosferico: i cibi in eccesso vengono smaltiti in discariche che contribuiscono a peggiorare il riscaldamento globale. Se fossero una nazione, queste discariche sarebbero il terzo paese con più emissioni di gas, dopo la Cina e gli Stati Uniti.
Aoibheann O’Brien e Iseult Ward, studentesse del Trinity College di Dublino hanno preso a cuore il problema e hanno ideato FoodCloud, una piattaforma per ridistribuire il cibo in eccesso ed evitare che venga sprecato.
FoodCloud connette rivenditori e commercianti con le comunità locali per la gestione dei prodotti alimentari in eccesso. Le comunità si occupano di ridistribuire il cibo in ricoveri per anziani, asili e mense. Gli alimenti vengono controllati prima della distribuzione ed eventualmente portati nei centri che ne hanno bisogno.
La piattaforma si basa su soluzioni Microsoft quali Azure, Dynamics 365 e Power BI. Dynamics 365 e Power BI forniscono importanti insight riguardo lo stato dei magazzini, la distribuzione di cibo e le comunità che necessitano di rifornirsi.
Grazie all'uso combinato dei tre prodotti, FoodCloud è riuscito a incrementare la ridistribuzione di cibo in eccesso dell'11%. Oggi la piattaforma collabora con numerose catene di generi alimentari, come Tesco, Lidl e Aldi, e anche con compagnie internazionali del calibro di Kellogg's.