La diffusione delle applicazioni di intelligenza artificiale, in particolare chatbot come ChatGPT o Bard, ha creato scompiglio in ogni settore. Se da una parte questi strumenti offrono vantaggi innegabili, dall'altra sollevano non poche preoccupazioni sia sulla privacy dei dati condivisi, sia sulla questione della proprietà intellettuale e del plagio.
Anche il mondo dell'istruzione guarda con timore alle nuove tecnologie: la paura è che gli studenti possano perdere la creatività, diventare dipendenti dai chatbot e non essere più in grado di raggiungere gli obiettivi in autonomia.
Sameer Maskey, fondatore e CEO di Fusemachines e professore associato presso la Columbia University, si dice molto positivo sulla questione e considera l'intelligenza artificiale come un modo per migliorare il sistema educativo.
Le istituzioni scolastiche, afferma Maskey, potrebbero sfruttare le nuove tecnologie per rendere il processo d'apprendimento più coinvolgente e stimolante: gli insegnanti potrebbero, per esempio, chiedere agli studenti di relazionarsi coi nuovi strumenti e descrivere la loro esperienza con occhio critico.
I chatbot possono diventare inoltre dei tutor virtuali per aiutare gli studenti a comprendere i concetti più ostici e metterli in pratica, fornendo dei feedback in real-time.
Anche l'uso combinato dell'intelligenza artificiale e dei sistemi di realtà virtuale e aumentata può favorire l'apprendimento creando esperienze immersive.
L'IA per gli educatori
Gli strumenti di intelligenza artificiale non servono solo a creare percorsi di apprendimento personalizzati e coinvolgenti, ma anche a migliorare l'esperienza di insegnamento stessa.
Gli insegnanti possono sfruttare le nuove tecnologie per tenere traccia dei progressi dei propri studenti e modificare il programma in base all'andamento della classe, ottenendo consigli in base ai feedback.
Se è vero che l'IA generativa può mettere a rischio la proprietà intellettuale, è altrettanto vero che può aiutare gli insegnati a verificare la presenza di testi plagiati o completamente generati dall'IA. I tool possono identificare contenuti duplicati o comunque simili oltre un certo livello considerato accettabile, evitando che gli studenti consegnino testi copiati o a opera dei chatbot.
Scuole e università possono inoltre usare la conoscenza dell'IA generativa per generare corsi online e garantire un'istruzione più inclusiva.
Gli educatori e le istituzioni scolastiche possono trarre enormi benefici dalle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale di per sé non limita la creatività, ma può invece aiutare a coltivarla fornendo a tutti gli strumenti necessari per accedere alle informazioni e apprendere nuove conoscenze.
Va sottolineato però che, visti i rischi che comportano, i tool generativi devono essere usati con la massima consapevolezza. Le compagnie tecnologiche e le istituzioni governative stanno ancora lavorando per definire le linee guida più adatte per lo sviluppo e l'uso corretto dell'IA, ma questo non significa che non si possano già cogliere le innumerevoli opportunità della tecnologia.