Dopo Baidu un altro gigante cinese è entrato nel mercato dell'IA generativa riaprendo la sfida con le imprese americane: lo scorso martedì 11 aprile Alibaba ha annunciato il suo modello di intelligenza artificiale generativa che verrà integrato a breve in tutte le applicazioni della compagnia.
Il chatbot si chiama Tongyi Qianwen, letteralmente "verità da mille domande", ed è la risposta diretta a ChatGPT. Il tool nasce dalla collaborazione della multinazionale con SenseTime, compagnia specializzata in intelligenza artificiale con sede a Hong Kong.
In un video dimostrativo condiviso da Reuters si vede il chatbot pianificare itinerari, scrivere email e inviti, e fornire consigli per gli acquisti. Secondo il CEO di Alibaba Daniel Zhang il tool cambierà il modo in cui le persone vivono la vita di ogni giorno.
Inizialmente, come riporta il video, il chatbot verrà integrato in DingTalk, l'applicazione di messaggistica usata dai dipendenti dell'azienda; il tool di IA si occuperà di riassumere i meeting, scrivere email e proposte di business sulla base di ciò che è stato discusso nelle riunioni. In seguito verrà aggiunto anche a Tmall Genie, l'assistente vocale per gli acquisti.
Alibaba ha in programma di rendere disponibile lo strumento anche ai suoi clienti per permettergli di sfruttare tutta la potenza del modello di linguaggio.
L'intervento delle istituzioni non si è fatto attendere: la Cyberspace Administration of China, organo regolatore e censore di Internet della repubblica cinese, ha dichiarato di supportare l'innovazione tecnologica a patto che i contenuti generato aderisca ai "valori socialisti" e alle leggi in materia di sicurezza dei dati personali. Il timore è che le imposizioni del governo possano rallentare lo sviluppo della tecnologia in Cina.