News Zelle sotto accusa per frodi nei pagamenti digitali
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18/08/2025

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Zelle sotto accusa per frodi nei pagamenti digitali
Le banche americane si trovano oggi sotto accusa per aver creato un sistema di pagamenti digitali che ha favorito i truffatori anziché proteggere i consumatori. Il procuratore generale dello Stato di New York ha intentato una causa contro Early Warning Services (EWS), la società che gestisce l'app di pagamenti Zelle, accusandola di aver progettato deliberatamente una piattaforma priva delle misure di sicurezza essenziali. La vicenda solleva interrogativi significativi su come le istituzioni finanziarie tradizionali abbiano gestito la loro incursione nel mondo dei pagamenti peer-to-peer, settore dominato da competitor come Venmo e PayPal.

Un miliardo di dollari sparito nel vuoto

Secondo l'ufficio del procuratore Letitia James, i criminali informatici hanno sottratto oltre un miliardo di dollari agli utenti di Zelle tra il 2017 e il 2023. La piattaforma, lanciata come risposta delle banche tradizionali al successo di servizi come Cash App, avrebbe consentito ai truffatori di operare praticamente indisturbati. JPMorgan Chase, Bank of America e Wells Fargo, principali azionisti di EWS, avevano commissionato lo sviluppo di Zelle per riconquistare terreno nel mercato dei pagamenti digitali, ma il risultato si è rivelato un disastro dal punto di vista della sicurezza.

La causa legale evidenzia come la piattaforma mancasse di controlli basilari durante la fase di registrazione, permettendo ai malintenzionati di creare account che imitavano marchi noti. Questi profili fasulli venivano poi utilizzati per convincere gli utenti a effettuare pagamenti per presunte bollette scadute o altri servizi inesistenti.

Quando la velocità diventa un boomerang

Il design di Zelle privilegiava la rapidità delle transazioni, caratteristica che si è trasformata in un'arma a doppio taglio. Una volta completato un pagamento fraudolento, le vittime si trovavano di fronte a muri invalicabili: le banche comunicavano sistematicamente che non esisteva modo di recuperare i fondi rubati. Questa politica rigida contrastava nettamente con le procedure di rimborso adottate da altri sistemi di pagamento, lasciando i consumatori completamente esposti.

I truffatori operavano con totale impunità sulla piattaforma

Particolarmente grave appare la gestione delle segnalazioni di frode da parte di EWS. Secondo l'accusa, inizialmente la società non richiedeva nemmeno alle banche partner di comunicare i casi di truffa. Anche quando i rapporti iniziarono ad arrivare, la rimozione degli account sospetti avveniva con tempi dilatori che consentivano ai criminali di continuare le loro attività illecite. Perfino lo sviluppo successivo di misure protettive si è rivelato inefficace, poiché l'azienda ha "fallito nell'adottarle" concretamente.

Dalle indagini federali alle cause statali

La questione aveva già attirato l'attenzione delle autorità federali durante l'amministrazione Biden, che aveva avviato un'inchiesta specifica sui problemi di Zelle. Tuttavia, con la transizione politica in corso, l'indagine federale è stata archiviata, spingendo i procuratori statali come James ad agire autonomamente. "Non vedo l'ora di ottenere giustizia per i newyorchesi che hanno sofferto a causa delle falle di sicurezza di Zelle", ha dichiarato il procuratore generale, annunciando la richiesta di risarcimenti monetari non specificati per le vittime residenti nello stato.

Il caso Zelle rappresenta un esempio emblematico di come l'innovazione finanziaria, quando non accompagnata da adeguate misure di sicurezza, possa trasformarsi in uno strumento che favorisce i criminali a scapito dei consumatori. La causa intentata da New York potrebbe aprire la strada a ulteriori azioni legali in altri stati, costringendo finalmente l'industria bancaria a ripensare le proprie strategie nel settore dei pagamenti digitali.

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