Nel cuore della Silicon Valley sta prendendo forma una rivoluzione silenziosa che potrebbe ridefinire gli equilibri di potere tra il mondo della consulenza tradizionale e quello della tecnologia. Mentre i colossi come McKinsey, Bain e Boston Consulting Group hanno dominato per decenni il mercato dei servizi strategici alle grandi imprese, una nuova generazione di startup alimentate dall'intelligenza artificiale sta cercando di ritagliarsi uno spazio in questo settore da miliardi di dollari. Non si tratta necessariamente di una guerra aperta, ma piuttosto di un'evoluzione che vede tecnologia e consulenza intrecciarsi in modi inediti, ridisegnando il confine tra collaborazione e competizione.
Il mirino puntato sulle medie imprese
Secondo Thomson Nguyen, cofondatore della società di venture capital Saga, l'idea che queste startup possano sostituire completamente i grandi nomi della consulenza è poco realistica. Le aziende della classifica Fortune 500 continueranno a rivolgersi ai Big Four quando si tratta di costruire infrastrutture AI complesse per i loro call center o altri progetti strategici di vasta portata. Il vero campo di battaglia si trova altrove: nel mercato delle aziende di medie dimensioni, quelle che fatturano meno di 100 milioni di dollari all'anno e che non possono permettersi le tariffe premium dei consulenti tradizionali.
È proprio questo segmento che rappresenta l'opportunità d'oro per le nuove piattaforme tecnologiche. Aziende che fino a ieri dovevano accontentarsi di soluzioni approssimative o rinunciare del tutto ai servizi di consulenza specializzata, oggi possono accedere a strumenti sofisticati a una frazione del costo.
Quando l'AI diventa consulente
Tanmai Gopal, CEO di PromptQL – una piattaforma aziendale lanciata dall'unicorno open-source Hasura – ha sviluppato un sistema che mira ad automatizzare parte del lavoro tipicamente svolto dai consulenti. La piattaforma consente alle aziende di creare analisti AI personalizzati integrando i loro dati interni con i modelli di intelligenza artificiale che già utilizzano. Questi analisti virtuali possono svolgere compiti normalmente affidati a data scientist o ingegneri, imparando e adattandosi continuamente al loro ambiente di lavoro.
La società offre anche l'accesso a un team di ingegneri esperti che aiutano le aziende a gestire questi analisti AI e a definire strategie di trasformazione digitale più ampie, al costo di 900 dollari l'ora. Come spiega candidamente Gopal: "Non è all'altezza di un consulente McKinsey, ma è istantaneo". La caratteristica vincente della piattaforma, secondo il CEO, risiede nella sua capacità di fornire precisione AI su larga scala senza richiedere che i dati disordinati vengano preparati o spostati altrove.
L'esplosione di un nuovo segmento di mercato
Gli investitori stanno notando un crescente fermento in questo settore. Tomasz Tunguz, general partner di Theory Ventures, ha raccontato di aver incontrato diverse startup focalizzate sulla consulenza basata sull'AI negli ultimi nove mesi, pur non avendo ancora effettuato investimenti. Dalla sua posizione privilegiata, ha individuato cinque modelli ricorrenti: startup che supportano call center automatizzando il servizio clienti; società di consulenza tecnologica specializzate nell'implementazione di AI e software; piattaforme che sviluppano strumenti di automazione per gestione crediti e debiti; startup di consulenza manageriale che costruiscono sistemi AI strategici e operativi; e infine un segmento emergente dedicato al coaching esecutivo.
I numeri parlano chiaro: negli ultimi mesi diversi progetti hanno attratto capitali significativi. Parable, una piattaforma di intelligence basata su AI che aiuta le aziende a monitorare come i dipendenti impiegano il loro tempo, ha annunciato a settembre un round di finanziamento da 16,6 milioni di dollari. Profound, una piattaforma di ottimizzazione per motori di risposta, ha raccolto 20 milioni ad agosto. Dialogue AI, che automatizza le ricerche di mercato, ha annunciato venerdì scorso un investimento da 6 milioni.
Democratizzare, non sostituire
Xavier AI, che si presenta come il primo consulente strategico AI al mondo, sta completando un round di finanziamento seed che dovrebbe chiudersi nelle prossime settimane. Il cofondatore Joao Filipe sottolinea come l'intero ecosistema AI sia competitivo, ma l'opportunità rimanga enorme: la sfida principale consiste nel trovare investitori con il giusto background che comprendano il problema non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche con competenze settoriali specifiche.
Gopal ha osservato che lo spazio della consulenza tecnologica è cresciuto sostanzialmente solo negli ultimi mesi. "Quest'anno stiamo iniziando a vedere sempre più AI specializzata: AI in grado di apprendere, di assorbire il contesto della vostra azienda", ha spiegato. Questo significa che esistono ora opportunità significative per gli analisti AI, proprio perché è lì che si trovano i problemi più preziosi da risolvere.
Chi sta costruendo in questo settore insiste nel dire che l'obiettivo non è eliminare il lavoro umano, ma rendere accessibili servizi di consulenza a chi prima non poteva permetterseli. Come nota lo stesso Gopal, esiste ancora un tipo di consulenza che solo un professionista di McKinsey può offrire: "Non riguarda tanto i dati aziendali, ma altre cose. Riguarda il network, le relazioni". Il futuro della consulenza, dunque, sembra configurarsi come un equilibrio tra efficienza algoritmica e intuizione umana, dove la tecnologia non sostituisce ma amplifica le capacità dei professionisti tradizionali.