Tecnologia Google: i team snelli uccidono le grandi idee
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15/10/2025

I team troppo piccoli rischiano di soffocare le idee rivoluzionarie secondo il VP Google Robby Stein: la crescita è essenziale per l'innovazione.


Il mondo della tecnologia si trova di fronte a un paradosso apparentemente irrisolvibile: mentre l'industria celebra il successo di team microscopici capaci di generare miliardi di ricavi, alcuni dei più influenti dirigenti del settore mettono in guardia contro i rischi di questa filosofia. La tendenza verso gruppi di lavoro estremamente ridotti, che ha conquistato tanto le startup quanto i colossi tecnologici, potrebbe infatti rappresentare un ostacolo fatale per lo sviluppo di innovazioni davvero rivoluzionarie. Questo dibattito tocca il cuore stesso dell'innovazione contemporanea, sollevando interrogativi fondamentali su come bilanciare agilità ed efficienza con la necessità di investimenti sostanziali per portare a maturazione idee complesse.

La critica dall'interno di Mountain View

Robby Stein, vicepresidente prodotto di Google e figura chiave nello sviluppo delle Stories di Instagram, ha lanciato un attacco frontale a quella che definisce "la setta del lean, del rapido, del buttare via velocemente il prodotto". Durante un intervento al podcast di Lenny Rachitsky, Stein ha evidenziato come questa mentalità, pur avendo alcuni meriti per consolidare le convinzioni interne, possa rivelarsi deleteria quando si tratta di costruire prodotti basati su breakthrough tecnologici destinati a un pubblico di massa.

Il dirigente di Google porta esempi concreti dai laboratori dell'intelligenza artificiale, dove i modelli fondazionali richiedono anni di sviluppo e centinaia di persone coinvolte. Secondo la sua esperienza, molti team abbandonano prematuramente progetti promettenti o investono risorse insufficienti, condannando potenziali innovazioni a "morire sulla pianta" prima ancora di avere la possibilità di dimostrare il loro valore.

Il fenomeno dei team microscopici nell'era dell'AI

Paradossalmente, proprio mentre Stein lancia i suoi moniti, l'industria dell'intelligenza artificiale sta dimostrando che è possibile ottenere risultati straordinari con organici ridottissimi. Anysphere, l'azienda dietro Cursor, un assistente di programmazione basato su AI, è riuscita a passare da 1 milione a 100 milioni di dollari di ricavi ricorrenti annuali in meno di dodici mesi, mantenendo un team inferiore alle 50 persone.

Questa tendenza ha catturato l'attenzione di figure di spicco come Sam Altman di OpenAI, che ha previsto l'emergere di "aziende da 10 persone con valutazioni da un miliardo di dollari". Anche Meta ha abbracciato questa filosofia, creando un'unità dedicata alla superintelligenza artificiale guidata da un gruppo selezionato di ricercatori stellari, una frazione infinitesimale dei oltre 70.000 dipendenti del gruppo.

La sfida è capire quando investire e quando mantenere la leggerezza

Quando la leggerezza diventa un limite

Mark Zuckerberg ha dichiarato durante una chiamata sui risultati trimestrali di essere "sempre più convinto che team piccoli e ricchi di talenti rappresentino la configurazione ottimale per guidare la ricerca di frontiera". Tuttavia, Stein sostiene che esista un punto di non ritorno: quando i team rimangono troppo a lungo in modalità "scrappy", rischiano di non riuscire mai a far decollare le loro idee.

Il problema è particolarmente acuto per le startup, che non possono permettersi il lusso di iterare all'infinito con risorse limitate. Secondo Stein, esistono due momenti cruciali che dovrebbero segnalare la necessità di investire e crescere: la convinzione interna, quando il team sente di aver trovato qualcosa di speciale, e la validazione esterna, quando utenti reali continuano a tornare sul prodotto.

L'equilibrio tra agilità e ambizione

La questione sollevata da Stein non riguarda tanto l'efficacia dei team ridotti quanto il timing degli investimenti. I fondatori, suggerisce, dovrebbero riflettere precocemente sul tipo di squadra necessaria per costruire una versione solida del loro prodotto, anziché aggrapparsi all'idea che due persone possano rimanere snelle fino al raggiungimento del product-market fit.

Questa filosofia contrasta con l'approccio prevalente nella Silicon Valley, dove Business Insider ha identificato numerose startup di AI ad alto valore con meno di 50 dipendenti. La sfida consiste nel riconoscere quando l'agilità diventa un ostacolo anziché un vantaggio, e quando è necessario "investire abbastanza per realizzare la migliore versione possibile" di un'idea rivoluzionaria.

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