Approfondimenti Tech e nucleare: il dilemma dei tempi strategici
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19/06/2025

Strategie efficaci per gestire la preparazione del mercato e rispettare le scadenze dei fornitori: soluzioni pratiche per le sfide aziendali.

Tech e nucleare: il dilemma dei tempi strategici

Il mondo della tecnologia digitale sta vivendo una vera e propria rivoluzione energetica che potrebbe ridefinire il futuro dell'industria nucleare negli Stati Uniti. Mentre i data center continuano a moltiplicarsi per sostenere l'intelligenza artificiale e i servizi cloud, i colossi del settore tech hanno improvvisamente scoperto che l'energia nucleare rappresenta la soluzione più affidabile per garantire una fornitura elettrica costante e a basse emissioni di carbonio. Questa convergenza tra innovazione digitale e atomo sta generando investimenti miliardari che potrebbero rivoluzionare entrambi i settori.

Il risveglio di Three Mile Island

La decisione più simbolica è senza dubbio quella di Microsoft, che ha sottoscritto un contratto ventennale per riavviare il reattore Unit 1 di Three Mile Island, l'impianto nucleare più famoso - e famigerato - della storia americana. Nonostante il nome evochi ancora oggi il ricordo dell'incidente del 1979, l'unità che verrà riattivata non è quella coinvolta nell'emergenza nucleare che segnò l'immaginario collettivo statunitense. La mossa di Microsoft rappresenta un segnale forte: le big tech sono disposte a superare anche i tabù più radicati pur di assicurarsi energia pulita e affidabile.

La corsa agli accordi strategici

Meta ha scelto una strada più tradizionale ma altrettanto ambiziosa, siglando un accordo ventennale con Constellation Energy Corp. per l'approvvigionamento da un reattore dell'Illinois. Nel frattempo, Google ha optato per una strategia più visionaria, stipulando un contratto con Kairos Power per l'acquisto di energia da una nuova flotta di reattori avanzati progettati specificamente per alimentare i data center del gigante di Mountain View.

L'atomo diventa il carburante del futuro digitale

Amazon non è rimasta a guardare, stringendo partnership sia con Energy Northwest che con Dominion Energy per sviluppare progetti di energia nucleare su larga scala. Questi accordi dimostrano come le aziende tecnologiche stiano diversificando le proprie strategie, puntando tanto sulla riattivazione di impianti esistenti quanto sullo sviluppo di nuove tecnologie nucleari di nuova generazione.

La sfida energetica dell'era digitale

Dietro questa corsa al nucleare si nasconde una realtà che molti sottovalutano: il consumo energetico dei data center sta crescendo a ritmi esponenziali. L'intelligenza artificiale, il cloud computing e la crescente digitalizzazione della società richiedono una quantità di energia elettrica che le fonti rinnovabili tradizionali come solare ed eolico, pur essendo fondamentali, non riescono a garantire con la continuità necessaria. Il nucleare, invece, può fornire energia 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Questo scenario ricorda quanto accaduto in Francia negli anni Settanta, quando il paese decise di puntare massicciamente sul nucleare per garantire la propria indipendenza energetica. Oggi, le big tech americane stanno seguendo una logica simile, ma con un obiettivo diverso: alimentare la rivoluzione digitale mantenendo gli impegni di sostenibilità ambientale che hanno assunto pubblicamente negli ultimi anni.

Fonte: hbr.org

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