Non solo l'intelligenza artificiale non ci ruberà il ruolo professionale, ma contribuirà ad aumentare la domanda di lavoro in Italia: è quanto emerge dal rapporto "Intelligenza Artificiale e trasformazione delle organizzazioni e del lavoro. Sfide e opportunità in otto settori" commissionato da Fastweb e realizzato da EY, discusso ieri presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.
L'indagine evidenzia che, per effetto dell'adozione diffusa dell'IA, fino al 2030 la domanda di lavoro in Italia continuerà a crescere; inoltre, negli otto settori produttivi presi in esame, ovvero Banking e Assicurazioni, ICT, Comunicazione e Media, Pubblica Amministrazione (PA), Sanità, Istruzione e Formazione, Manufactoring e Retail, la richiesta di figure professionali tecniche rimarrà sostenuta.
L'analisi prevede un incremento della richiesta di figure specializzate fino al 5,8% nel Banking e Assicurazioni, il settore più tecnologicamente maturo in cui l'integrazione con i nuovi strumenti di IA è già in corso. Ci si aspetta poi una maggior trasformazione per effetto dell'IA nei settori Istruzione e Formazione, Comunicazione e Media, Sanità e Pubblica Amministrazione.
Oltre alla richiesta di profili specializzati, aumenterà anche il bisogno di formazione professionale: il report stima che fino al 75% dei profili professionali avrà bisogno di ricevere formazione per l'upskilling o il reskilling delle competenze entro il 2030.
A crescere trasversalmente tra i settori analizzati saranno in particolare le figure professionali tecniche specializzate nella gestione dati, come i data scientist (+9,1% nel Banking).
Saranno sempre più richiesti anche i profili legati alla protezione dei dati, come il responsabile privacy e compliance (+7,8% nella PA), l'esperto di sicurezza dati (+12,1% nell'ICT), lo specialista in cyber security (+12,5% nel Banking) e in cloud computing. In aumento anche le figure specializzate nell'IA come l'AI engineer (+8,7% nel settore Comunicazione e Media) e l'esperto di integrazione dell'IA.
A livello di competenze, lo studio individua un incremento della richiesta di figure con competenze tecniche di base come il data management e la padronanza dei principi su cui si basa il funzionamento dell'IA, oltre che di figure con skill più avanzate come il machine learning, il deep learning, le conoscenze di ingegneria del software e dei linguaggi di programmazione.
In aumento anche la ricerca di figure con competenze trasversali come la capacità di collaborare in team, la flessibilità, l'adattabilità, le skill di problem solving e il pensiero critico.
Il rapporto individua infine tre fattori chiave di successo che possono facilitare l'adozione dell'Ia da parte delle organizzazioni: la governance ibrida che promuova sperimentazioni all'interno dei vari dipartimenti, creando anche best practice condivise; lo sviluppo di competenze tramite programmi specifici di formazione; infine, gli investimenti in infrastrutture e in servizi cloud e di cyber security per supportare lo sviluppo di applicazioni di IA sicure e affidabili.
La conferenza stampa ha visto la presenza dell'On. Walter Rizzetto, Presidente XI Commissione Lavoro pubblico e privato, Camera dei deputati, di Walter Renna, Amministratore delegato di Fastweb, di Irene Pipola, EY Italia Sustainability Consulting Leader, di Carlo Chiattelli, Partner People Consulting EY Italia, di Francesco Di Costanzo, Presidente Fondazione Italia Digitale e di Paola Perrotti, Amministratore Delegato di FB & Associati.
"La ricerca di EY evidenzia l'impatto dirompente dell'Intelligenza Artificiale su economia e lavoro" ha affermato Renna "Per governare questo cambiamento epocale, oltre agli investimenti in infrastrutture e prodotti AI, servono programmi di formazione per le persone e strutture aziendali dedicate, con strumenti di governance per un'adozione sicura dell'AI nei processi aziendali. Solo così le organizzazioni potranno integrare progressivamente l'Intelligenza Artificiale, promuovendone l'utilizzo e sfruttandone appieno le potenzialità per migliorare prodotti, servizi ed aumentare la produttività. È un percorso obbligato per rimanere competitivi in un contesto economico sempre più permeato dall'AI".
"L’intelligenza artificiale faciliterà alcune attività come, a titolo esemplificativo, la raccolta dati, la preparazione di testi, la traduzione e molte altre operazioni dispendiose in termini di tempo, ma non sostituirà l’intervento umano" ha aggiunto Pipola. "I professionisti saranno chiamati a supervisionare e verificare quanto prodotto dall’AI. In ogni settore, dal giornalismo alla medicina, fino allo sviluppo di software, il ruolo dei lavoratori si trasformerà per un'adozione ottimale di queste tecnologie e per ottimizzarne le potenzialità".