Il mercato dei computer negli Stati Uniti si trova in una situazione paradossale: mentre i magazzini traboccano di dispositivi accumulati per sfuggire ai dazi doganali, i consumatori americani mostrano scarso interesse per l'acquisto di nuovi PC, nonostante Microsoft abbia fissato per ottobre 2025 la fine del supporto a Windows 10. Questa dinamica, alimentata dalle politiche commerciali dell'amministrazione Trump e dall'inflazione crescente, sta ridisegnando il panorama tecnologico americano in modi inaspettati.
L'effetto boomerang delle guerre commerciali
Le minacce tariffarie hanno scatenato una corsa agli acquisti preventivi nel primo trimestre del 2025, con consegne aumentate del 15% mentre distributori e rivenditori cercavano di fare scorta prima dell'entrata in vigore dei nuovi dazi. Tuttavia, questa strategia si è rivelata un'arma a doppio taglio: ora l'America si ritrova con un eccesso di inventario che fatica a smaltire.
Secondo Ishan Dutt, direttore di ricerca presso Canalys, "l'appetito dei consumatori per acquisti importanti come i PC affronta numerosi rischi al ribasso. Sebbene i computer rimangano attualmente esenti, i dazi più ampi che colpiscono categorie chiave di spesa hanno già generato pressioni inflazionistiche".
Windows 10: una scadenza che non spaventa
Contrariamente alle aspettative dell'industria, la deadline di ottobre per Windows 10 non sta generando l'ondata di aggiornamenti sperata. I ricercatori di Canalys hanno scoperto che la maggior parte degli utenti americani rimane sostanzialmente indifferente alla fine del supporto tecnico del sistema operativo.
"Questo evidenzia una realtà fondamentale: molti utilizzatori di PC sono indifferenti alla fine del supporto di Windows 10 finché non diventa un problema significativo", spiega il manager di ricerca Kieren Jessop. Gli acquisti di computer da parte dei consumatori sono invece guidati da fattori più tangibili come batterie scariche, prestazioni rallentate o guasti hardware.
Il miraggio dei PC intelligenti
L'industria ha puntato forte sui cosiddetti PC dotati di intelligenza artificiale, ma questa scommessa si sta rivelando prematura. Manca ancora un'applicazione rivoluzionaria che giustifichi il prezzo maggiorato di questi dispositivi, mentre l'assenza di standard hardware condivisi crea confusione nel mercato.
Jessop evidenzia come "specifiche tecniche eccessive e messaggi poco chiari aggravano la complessità del processo d'acquisto dei PC". Per i produttori e i partner commerciali, questo sottolinea la necessità di semplificare l'esperienza d'acquisto attraverso comunicazioni chiare e cataloghi prodotti più snelli.
Le aziende salvano il mercato
Mentre i consumatori esitano, il settore aziendale rappresenta l'ancora di salvezza per l'industria informatica. Le imprese americane continuano a rinnovare le loro flotte di computer in vista della scadenza del supporto Windows 10, mostrando maggiore sensibilità verso gli aspetti di sicurezza informatica.
Dutt osserva che "il ritmo di transizione verso Windows 11 tra le aziende statunitensi è stato un segnale positivo per l'industria". La domanda commerciale, specialmente dalle piccole e medie imprese, dovrebbe accelerare nella seconda metà del 2025 quando Microsoft intensificherà le campagne informative sull'importanza dell'aggiornamento tempestivo.
Le previsioni indicano una crescita dell'8% nelle spedizioni di PC aziendali, in netto contrasto con il calo stimato del 4% nel segmento consumer. Questo divario riflette approcci completamente diversi: mentre le famiglie privilegiano la spesa per beni essenziali in un contesto inflazionistico, le aziende non possono permettersi rischi di sicurezza informatica.
Per il 2026, gli analisti prevedono un'inversione di tendenza con una crescita del 6,5% nel mercato consumer e del 4% in quello business, ma tutto dipenderà dalle decisioni dell'amministrazione Trump sui dazi commerciali. La partita, insomma, si gioca ancora una volta sui tavoli della diplomazia economica più che nei negozi di elettronica.