L'intelligenza artificiale rappresenta ben più di una moda passeggera nel panorama tecnologico globale. Justin Hotard, attuale CEO di Nokia e già dirigente di alto livello presso Intel, è convinto che ci troviamo nel pieno di un "super ciclo" destinato a durare decenni. La sua visione contrasta nettamente con le preoccupazioni di chi teme una bolla speculativa pronta a scoppiare, simile a quella vissuta durante il boom della internet negli anni Novanta.
Il mercato AI tra investimenti record e timori di una bolla
Il dibattito sulla sostenibilità degli investimenti nel settore dell'intelligenza artificiale divide gli esperti. Nick Clegg, ex presidente degli affari globali di Meta e già vice primo ministro britannico, ha recentemente espresso perplessità parlando di "caratteristiche piuttosto evidenti di quella che sembra una bolla". In un'intervista rilasciata a CNBC lo scorso ottobre, Clegg ha evidenziato come la frenesia di accordi commerciali che si susseguono quotidianamente faccia pensare a una possibile correzione del mercato.
Nonostante questi timori, i colossi tecnologici continuano a investire somme colossali. Meta stessa, l'azienda per cui Clegg ha lavorato fino a gennaio, ha annunciato per voce del suo CEO Mark Zuckerberg un piano da almeno 600 miliardi di dollari per data center e infrastrutture negli Stati Uniti entro il 2028. Una cifra che testimonia la determinazione delle grandi corporation a non farsi trovare impreparate.
La scommessa sul lungo periodo
Hotard, intervenuto giovedì scorso su CNBC, ha spiegato che considerare l'AI come una bolla deriva da una visione eccessivamente miope del fenomeno. "Si tratta di una tendenza di crescita secolare destinata a durare molti anni", ha affermato il dirigente di Nokia. La sua argomentazione si basa sull'osservazione che attualmente sfruttiamo prevalentemente i modelli linguistici di grandi dimensioni per applicazioni basate sul linguaggio, mentre interi settori rimangono ancora inesplorati.
Il CEO ha citato esempi concreti di ambiti con una penetrazione ancora bassissima: i veicoli autonomi, la realtà aumentata e virtuale, gli occhiali smart e la robotica avanzata. Secondo la sua analisi, queste tecnologie rappresentano solo la punta dell'iceberg di ciò che l'AI potrà realizzare nei prossimi anni.
L'esperienza del passato come chiave di lettura
Per sostenere la propria tesi, Hotard ha richiamato il precedente della bolla di internet. Anche in quel caso, ha ricordato, ci fu un'esplosione iniziale seguita da un crollo. Tuttavia, guardando l'evoluzione su un arco temporale di tre o cinque anni, si nota come la crescita successiva abbia abbondantemente superato i picchi raggiunti durante la fase speculativa. Una lezione storica che, secondo lui, dovrebbe rassicurare gli investitori.
Il manager ha assunto la guida di Nokia nell'aprile scorso, portando con sé l'esperienza maturata come vicepresidente esecutivo e direttore generale del Data Center & AI Group di Intel. Questa combinazione di competenze nel settore delle infrastrutture digitali e dell'intelligenza artificiale gli conferisce una prospettiva privilegiata sulle dinamiche di mercato.
Una visione controcorrente nel mondo tech
L'ottimismo di Hotard sull'intelligenza artificiale si scontra con l'approccio più prudente di alcuni osservatori. Il CEO di Nokia ha però ammesso la difficoltà di prevedere l'andamento del settore su base trimestrale o annuale. "È difficile per me prevedere cosa accadrà esattamente nell'AI su base trimestrale o annua, ma penso che le prospettive a lungo termine siano enormi", ha dichiarato.
La posizione di Hotard trova però un alleato inaspettato in Mark Zuckerberg. Il fondatore di Meta, pur riconoscendo che una bolla AI è "del tutto possibile", ha dichiarato nel podcast "Access" di preferire il rischio di investire eccessivamente piuttosto che quello di rimanere indietro. "Se finiremo per sprecare un paio di centinaia di miliardi di dollari, penso che sarà molto sfortunato, ovviamente. Ma direi che in realtà il rischio è maggiore dall'altra parte", ha affermato il CEO del gigante dei social media.
Secondo Hotard, l'AI ha già generato una domanda straordinaria per lo sviluppo delle infrastrutture di rete. Questa crescita rappresenta per Nokia un'opportunità strategica in un momento in cui l'azienda finlandese, un tempo leader mondiale nella telefonia mobile, cerca di riposizionarsi nel mercato delle tecnologie di rete avanzate. La scommessa sul lungo periodo sembra essere l'unica strada percorribile per chi vuole rimanere competitivo nell'era dell'intelligenza artificiale.