Mentre il mondo osserva affascinato le promesse dell'intelligenza artificiale nella lotta contro il cancro o nella scoperta di nuovi farmaci, Meta ha scelto una strada decisamente più pragmatica ma altrettanto rivoluzionaria. Il colosso dei social media ha sviluppato un modello di AI per creare nuove formulazioni di calcestruzzo, utilizzando successivamente una di queste ricette innovative per costruire le fondamenta di un nuovo data center. L'iniziativa rappresenta un approccio inedito alla sfida ambientale che le Big Tech devono affrontare nell'era dell'espansione digitale.
La sfida del cemento nell'era digitale
L'urgenza di trovare alternative sostenibili al calcestruzzo tradizionale non è un capriccio ambientalista, ma una necessità economica e reputazionale per aziende come Meta. La costruzione di data center richiede migliaia di metri quadrati di calcestruzzo per sostenere strutture che ospitano server da gigawatt, e il materiale da costruzione più utilizzato al mondo contribuisce per circa il dieci percento alle emissioni globali di CO2. Una percentuale che diventa ancora più significativa quando si considera l'espansione massiccia delle infrastrutture digitali annunciata da Meta proprio questa settimana.
Il problema tecnico è complesso quanto quello ambientale. I data center sono ambienti estremamente esigenti dove calore e vibrazioni sono costanti, rendendo necessari test approfonditi per qualsiasi modifica alla composizione del calcestruzzo. Anche piccole variazioni nella ricetta possono alterare drasticamente le prestazioni del materiale.
L'intelligenza artificiale incontra l'ingegneria civile
La soluzione di Meta si basa su un modello che utilizza l'ottimizzazione bayesiana per prevedere "le curve di resistenza alla compressione associate a diverse miscele di calcestruzzo". Questo approccio, descritto in un documento del 2023 intitolato "Sustainable Concrete via Bayesian Optimization", trasforma quello che tradizionalmente è un processo lungo settimane in un'operazione molto più rapida ed efficiente.
"Progettare formule per il calcestruzzo è un problema complesso e multi-obiettivo", spiega Meta nel suo annuncio. I progettisti devono scegliere tra vari tipi e proporzioni di cemento, materiali cementizi supplementari a basse emissioni di carbonio, rapporti acqua-legante, tipi di aggregati grossi e fini, e additivi vari.
Dal laboratorio alla realtà: il caso Minnesota
La prova del nove è arrivata con la costruzione del data center di Rosemount, in Minnesota, dove Meta ha utilizzato concretamente una delle formulazioni sviluppate dall'AI. La struttura, realizzata in collaborazione con la società di costruzioni Amrize e l'Università dell'Illinois Urbana-Champaign, inizierà con una capacità di 10 megawatt per poi espandersi fino a 75MW negli anni successivi.
L'iniziativa di Meta non è isolata nel panorama tecnologico. L'Open Compute Project aveva già avviato sforzi simili per sviluppare e testare calcestruzzi a basse emissioni di carbonio, ma l'approccio dell'azienda di Menlo Park rappresenta un salto qualitativo nell'applicazione dell'intelligenza artificiale a questo settore.
Trasparenza parziale e interrogativi aperti
Nonostante Meta abbia condiviso il proprio codice sotto licenza MIT, permettendo ad altri di beneficiare della ricerca, rimangono alcune zone d'ombra significative. L'azienda ha pubblicato informazioni sulla resistenza dei calcestruzzi sviluppati, ma non ha fornito dettagli specifici sulle emissioni di CO2 associate alla miscela utilizzata a Rosemount. Una lacuna che stride con gli obiettivi dichiarati di sostenibilità ambientale.
Questo approccio riflette una strategia più ampia delle Big Tech, che cercano alternative energetiche non solo più economiche ma anche capaci di migliorare la propria immagine pubblica. L'aggiunta di quella che si potrebbe chiamare "polvere magica dell'AI" a un settore tradizionale come l'edilizia rappresenta un esempio concreto di come l'innovazione tecnologica possa trovare applicazioni inaspettate ma fondamentali per la sostenibilità futura.