L’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro coinvolgerà non soltanto le figure più tecniche e operative, ma anche quelle dirigenziali; lo afferma Joe McKendrick, sottolineando che l’evoluzione del ruolo della forza lavoro impatterà anche il ruolo dei leader di business.
L’IA si evolverà per gestire processi decisionali e automatizzare attività, ma creerà anche un importante bisogno di figure in grado di sviluppare e gestire i modelli e i dati associati.
Il ruolo dei dirigenti, d'altra parte, dovrà virare verso capacità di problem-solving e pensiero critico, entrambe aree in cui l’intelligenza artificiale è più carente, per creare nuove opportunità di business legate all’IA e riuscire a primeggiare nei mercati.
Crescerà così il bisogno di dirigenti “bilingue”, capaci cioè di comprendere sia l’ambiente esecutivo che quello più tecnico legato alle nuove tecnologie e alla data science.
Secondo McKendrick, per assicurarsi una carriera di successo i dirigenti dovrebbero approfondire le capacità dell’IA per capire come sfruttarle e quali casi d’uso del business possono risolvere grazie a esse.
Inoltre, lo sviluppo del pensiero critico sarà essenziale per districarsi nella giungla di informazioni disponibili sul web e distinguere le risposte davvero utili dell’IA da quelle false o non corrette.
I dirigenti devono comprendere che il business evolverà per concentrarsi su aspetti strategici e creativi e non più su quelli operativi, e di conseguenza cambieranno anche le skill considerate più di valore e le esigenze dei collaboratori.
Prima di affrontare il cambiamento, però, i leader aziendali dovranno valutare i costi delle nuove tecnologie e il livello di efficienza che possono apportare al business, adeguando gli investimenti in modo da massimizzare i profitti e i benefici operativi.
Conoscere le potenziali applicazioni dell’IA, i casi d’uso più redditizi e una conoscenza base del funzionamento degli algoritmi è fondamentale per i leader che vogliano avere successo nel mercato del futuro.