L'intelligenza artificiale si sta infiltrando silenziosamente nelle aziende attraverso i dipendenti, non tramite accordi formali con i dirigenti. Questo fenomeno, che ricorda la "consumerizzazione dell'IT" degli anni passati, sta prendendo piede mentre i grandi progetti pilota di IA promossi dall'alto continuano a deludere le aspettative. OpenAI sembra aver compreso questa dinamica e sta riorientando strategicamente la propria rotta verso il mercato consumer, con l'obiettivo di conquistare l'utente finale prima di raggiungere le sale riunioni aziendali.
La rivoluzione silenziosa dell'IA dal basso verso l'alto
Un recente sondaggio di IBM ha rivelato che solo un quarto dei progetti pilota di intelligenza artificiale nelle aziende genera il ritorno sull'investimento previsto. Johnson & Johnson ha addirittura chiuso la maggior parte delle sue iniziative in questo campo, concentrandosi solo su quelle che dimostrano un valore concreto. La realtà è che le implementazioni imposte dall'alto stanno fallendo, mentre quelle guidate dagli utenti prosperano.
I professionisti legali utilizzano l'IA per riassumere documenti, gli analisti finanziari per estrarre dati da migliaia di pagine, i programmatori per scrivere codice ripetitivo. Sono casi d'uso specifici, identificati dagli stessi dipendenti per risparmiare tempo su attività mondane, non grandiosi progetti trasformativi imposti dalla dirigenza.
OpenAI cambia rotta: dal business al consumatore
Le recenti mosse di OpenAI suggeriscono un cambio di strategia significativo. L'assunzione di Fidji Simo, ex responsabile dell'app Facebook e CEO di Instacart, come nuova CEO delle applicazioni, segnala chiaramente un'attenzione al mercato consumer. Non si tratta del tipico dirigente proveniente da Oracle o IBM che ci si aspetterebbe per penetrare il mercato enterprise.
Ancora più indicativo è l'investimento di 6,5 miliardi di dollari per acquisire la società di Jony Ive, leggendario designer di Apple, con l'obiettivo di creare un dispositivo AI destinato al mercato di massa. Secondo il Wall Street Journal, il progetto mira a produrre 100 milioni di unità e aggiungere potenzialmente 1.000 miliardi di dollari al valore di mercato di OpenAI.
Due strade per entrare nelle aziende
Storicamente, le nuove tecnologie si sono affermate nelle organizzazioni seguendo due percorsi distinti. Il primo è quello tradizionale: il CIO incontra i venditori, firma un importante ordine d'acquisto e implementa la nuova tecnologia per chi l'azienda decide ne abbia bisogno. È la strategia "dalla porta principale", spesso accompagnata dalla variante "land-and-expand", dove un responsabile di team utilizza il proprio budget per un acquisto iniziale che poi si diffonde in tutta l'organizzazione.
Il secondo percorso è quello "dalla porta sul retro", dove i dipendenti portano in ufficio strumenti che hanno trovato utili nella loro vita personale. È successo con gli smartphone prima di iOS 4, con Dropbox, con Slack. Questo fenomeno, un tempo chiamato "consumerizzazione dell'IT nell'impresa", ha trasformato radicalmente molti settori tecnologici.
Rischi e responsabilità dell'IA in contesti critici
Se l'utilizzo dell'IA per pianificare un viaggio o per sessioni informali di terapia comporta rischi limitati, la situazione cambia drasticamente in contesti aziendali critici. Nei settori bancario o medico, un tasso di successo del 99% potrebbe non essere sufficiente. Un errore in un foglio di calcolo che costa 100 milioni di dollari a una banca porterebbe a licenziamenti immediati se commesso da un assistente umano. Se commesso da un'IA, chi ne sarebbe responsabile?
Questa è la sfida che i dipartimenti IT dovranno affrontare: gestire l'IA che si infiltra nell'azienda attraverso i dipendenti, identificare i potenziali abusi e implementare i controlli necessari per mitigarli. I fornitori, dal canto loro, dovranno sviluppare strumenti che aiutino l'IT in questo compito.
Il futuro appartiene agli adattatori, non agli impositori
Le aziende che stanno licenziando lavoratori sostenendo che l'IA può sostituirli stanno già facendo marcia indietro, riassumendo personale. Un cinico potrebbe suggerire che questa narrativa sia solo una copertura per tagli di costi necessari dopo le assunzioni eccessive durante il boom tecnologico guidato dalla pandemia.
La realtà è che l'intelligenza artificiale può effettivamente aiutare le persone a svolgere il proprio lavoro, ma il come è meglio lasciarlo decidere ai lavoratori stessi. Saranno loro a portare l'IA nelle organizzazioni, adattandola alle loro esigenze specifiche, mentre i dipartimenti IT dovranno adeguare le politiche aziendali a questa nuova realtà. Un processo organico e dal basso, non imposto con cene di lusso e partite di golf con il CIO.