Il fatto che l'intelligenza artificiale stia diventando ormai parte integrante dei flussi di lavoro di ogni settore e che questa rivoluzione non potrà essere arrestata, non significa che i professionisti umani perderanno il loro ruolo; anzi, le figure specializzate diventeranno ancora più centrali ed evolveranno per collaborare con l'IA.
Joe McKendrick, autore e ricercatore tecnologico, sottolinea che difficilmente arriveremo a fidarci totalmente dell'IA anche per i task critici e di alto livello, e che per i professionisti sarà fondamentale validare il lavoro e gli output dei sistemi.
A pensarla così sono anche numerosi leader di grandi realtà di diversi settori: Diya Wynn, responsabile AI lead di AWS, ha spiegato di aver compreso l'importanza dell'intervento umano quando l'IA era stata usata dai medici per sviluppare un percorso di cura per il padre: i professionisti sanitari non concordavano appieno con la proposta del sistema e, grazie alla loro esperienza, hanno apportato le modifiche che ritenevano più giuste in base alle peculiarità e alle necessità del paziente.
Già ora si sta lavorando a sistemi intelligenti capaci di personalizzare le terapie dei pazienti in base alla loro storia clinica, ma la decisione ultima spetterà sempre al medico. L'IA, nel campo medico come in qualsiasi altro, può essere un ottimo alleato per esplorare nuove soluzioni e idee, ma sarà il professionista a decidere se seguire i consigli dei sistemi, e in quale misura.
L'intelligenza artificiale non è una tecnologia nuova e da anni è presente in molte applicazioni; la differenza rispetto a ora è che si è sempre occupata di attività considerate "low level", mentre adesso si sta lavorando per creare sistemi sempre più capaci e autonomi.
Le persone hanno fiducia nell'IA per i task più semplici e a basso rischio, compresa anche la generazione automatica di ordini per rifornire la supply chain, spiega Sudarshan Seshadri, corporate vice president di Generative AI in Blue Yonder.
Allo stesso tempo, riporta McKendrick, Seshadri ritiene che "non siamo pronti a decisioni su larga scala, completamente autonome". I sistemi decisionali basati su intelligenza artificiale stanno diventando molto più precisi rispetto al passato, ma hanno delle lacune e spesso mancano del contesto necessario a prendere la decisione giusta.
Indubbiamente l'IA continuerà a diventare sempre più pervasiva, ma sarà un processo graduale che dipenderà dal grado di fiducia che riusciremo a dare ai sistemi. Forrest Zeisler, chief technology officer e co-fondatore di Jobber, paragona questa tecnologia a un nuovo assunto: "Bisogna controllare tutti i suoi output finché il nuovo assunto non prova che può eseguire task senza errori. Poi, puoi ridurre il monitoraggio".
Ci troviamo ancora in una fase in cui i lavoratori devono prendere confidenza con l'IA e riuscire ad affidarsi a essa, in modo più o meno esteso. Con il tempo, tutti i processi di routine o comunque la maggior parte di essi verranno automatizzati e i professionisti potranno dedicarsi ad attività più soddisfacenti e ad alto valore.
L'essere umano è indispensabile per garantire che l'IA lavori bene e sia allineata ai valori aziendali. Al contempo, questa tecnologia può aiutare i professionisti a monitorare flussi e dati grazie alla sua capacità di analizzare velocemente enormi quantità di informazioni, cosa che gli utenti umani non sono in grado di fare.
Alla fine, però, sarà sempre il professionista che deciderà quali anomalie approfondire, quali decisioni prendere e quanto dipendere dai sistemi, in base al suo grado di fiducia.
I professionisti si trovano quindi con una grande responsabilità: quella di assicurare che l'IA esegua i task come previsto e sia un aiuto, non un ostacolo, al successo del business. Per questo è essenziale investire sulla formazione dei dipendenti in ambito IA, in modo che chiunque sia preparati a collaborare con i nuovi sistemi per garantire output sicuri, equi, accurati e conformi, e a intervenire in base al bisogno.
"Credo fortemente che chiunque sia capace ti premere il pulsante di stop se qualcosa non sembra a posto" ha affermato Zeisler. "Rispondere velocemente è più importante di evitare falsi positivi. Questo è vero sia per l'IA che per le decisioni prese dagli esseri umani".