Opinioni Lavoro facile: basta scrivere "AI" nel curriculum
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04/07/2025

L'apocalisse dell'IA potrebbe essere solo la nuova versione del "competente in MS Word" - una skill che sembrava rivoluzionaria ma è diventata normale

Lavoro facile: basta scrivere "AI" nel curriculum

Il mondo del lavoro tecnologico sta attraversando una trasformazione che ribalta molte delle aspettative comuni sull'intelligenza artificiale. Mentre tutti si aspettavano una corsa alle competenze più specializzate nel settore AI, i dati occupazionali dell'ultimo anno raccontano una storia completamente diversa. La vera richiesta del mercato non riguarda infatti la costruzione di nuovi modelli linguistici o lo sviluppo di architetture complesse, ma piuttosto la capacità di utilizzare efficacemente gli strumenti di intelligenza artificiale già esistenti.

L'illusione del programmatore AI

Il rapporto annuale Cyberstates di CompTIA, pubblicato lunedì scorso, smonta il mito secondo cui bisognerebbe diventare ingegneri specializzati in AI per cavalcare l'onda dell'intelligenza artificiale. I numeri parlano chiaro: mentre le offerte di lavoro che richiedono competenze AI hanno raggiunto il picco storico di 125.000 posizioni aperte nel settore tecnologico, queste si riferiscono principalmente a competenze d'uso piuttosto che di sviluppo.

La distinzione è fondamentale per comprendere il mercato attuale. Un marketer che usa ChatGPT per sviluppare nuovi linguaggi comunicativi o uno sviluppatore web che sfrutta l'AI per generare codice rappresentano il tipo di professionalità più richiesta. Al contrario, i veri specialisti - ingegneri, costruttori di modelli, architetti di sistemi - rimangono una nicchia ristretta, nonostante gli stipendi spettacolari.

La matematica del mercato del lavoro

I dati CompTIA evidenziano una crescita del 75% anno su anno per le assunzioni dedicate esclusivamente all'AI, ma si tratta del 75% di un numero già molto piccolo. Queste assunzioni avvengono tipicamente nelle grandi aziende e rappresentano una quota relativamente marginale del totale delle assunzioni tecnologiche.

L'AI non è il nuovo "imparare a programmare", ma la prossima versione di "esperto in Microsoft Word"

La realtà occupazionale suggerisce quindi un approccio pragmatico: non serve diventare esperti di costruzione di LLM, ma piuttosto padroneggiar l'arte di far riassumere le email del capo all'intelligenza artificiale o creare mockup di campagne marketing con elementi specifici che un essere umano non riuscirebbe a realizzare così rapidamente.

Prospettive decennali per il settore tech

L'analisi CompTIA va oltre l'AI e offre uno sguardo complessivo sul futuro dell'occupazione tecnologica. Dopo anni di declino seguiti al boom post-COVID del 2022, l'occupazione tecnologica netta è prevista in crescita quest'anno. La previsione più interessante riguarda il prossimo decennio: la forza lavoro tecnologica dovrebbe crescere al doppio della velocità rispetto alla media americana.

Questa crescita non sarà alimentata solo dall'AI. Molti ruoli futuri saranno dedicati alla protezione dei sistemi, con la cybersecurity che guida la classifica delle competenze più richieste insieme alla data science e analytics. Seguono lo sviluppo software, il quality assurance e il web design, settori che confermano come la domanda di competenze tecniche tradizionali rimanga solida.

Una rivoluzione più umana del previsto

Il rapporto CompTIA ridimensiona l'apocalisse occupazionale spesso associata all'intelligenza artificiale. Piuttosto che sostituire completamente i lavoratori, l'AI si sta configurando come un nuovo strumento da aggiungere alla cassetta degli attrezzi digitali di ogni knowledge worker. La vera competenza richiesta non è quella di costruire un nuovo copilota, ma di saper utilizzare efficacemente quello esistente.

Questa trasformazione riflette un pattern già visto in passato con altre tecnologie: non tutti dovevano diventare programmatori quando arrivarono i computer, ma tutti dovevano imparare a usarli. L'intelligenza artificiale sembra seguire lo stesso percorso, democratizzando l'accesso a capacità avanzate piuttosto che creare una casta di super-specialisti.

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