News L'AIpocalisse colpisce i siti web: crollano le visite
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26/06/2025

La fine di un'era: quando il web si spegne e inizia il silenzio digitale

L'AIpocalisse colpisce i siti web: crollano le visite

Il paradosso dell'intelligenza artificiale nel mondo del web si sta consumando sotto i nostri occhi con una dinamica spietata: le stesse aziende che hanno costruito i loro imperi digitali grazie ai contenuti creati da milioni di siti web stanno ora divorando le loro fonti di sostentamento. I dati emersi nell'ultimo anno dipingono un quadro allarmante per l'ecosistema digitale, dove i giganti tecnologici raccolgono sempre più contenuti ma restituiscono sempre meno traffico ai creatori originali. Questa trasformazione sta ridisegnando completamente le regole del gioco online, lasciando editori e content creator a fare i conti con ricavi in caduta libera.

Il declino inarrestabile del traffico web

Le cifre parlano chiaro e delineano una tendenza che sembra irreversibile. Secondo i dati di SimilarWeb condivisi con diverse testate internazionali, i siti di viaggi e turismo negli Stati Uniti hanno registrato un calo del 20% nel traffico proveniente dai motori di ricerca rispetto all'anno precedente. Non se la passano meglio i portali di informazione, che hanno visto diminuire del 17% i visitatori derivanti dalle ricerche online.

Il fenomeno colpisce trasversalmente tutti i settori digitali, anche se con intensità diverse. L'e-commerce ha subito una contrazione del 9%, mentre finanza, food & drink hanno registrato entrambi un -7%. Persino lifestyle e moda, tradizionalmente più resilienti, hanno dovuto fare i conti con un calo del 5%.

Google AI Overviews: il successo che uccide

Al centro di questa rivoluzione silenziosa ci sono i riassunti generati dall'intelligenza artificiale di Google, lanciati ufficialmente nel maggio 2024. Questi AI Overviews compaiono in cima ai risultati di ricerca e forniscono agli utenti risposte immediate senza la necessità di cliccare sui siti web originali. BrightEdge, società specializzata in analytics per le aziende, ha documentato come questa funzionalità abbia generato il 49% in più di impressioni di ricerca, ma contemporaneamente abbia provocato un crollo del 30% dei click verso i siti web effettivi.

Kevin Indig, esperto di ottimizzazione per motori di ricerca, ha condotto uno studio sull'usabilità che ha coinvolto 70 persone per celebrare il primo anniversario degli AI Overviews. I risultati sono eloquenti: quando i riassunti IA sono assenti, i tassi di click verso siti esterni salgono mediamente al 28% su desktop e al 38% su dispositivi mobili.

La matematica spietata del web scraping

Matthew Prince, amministratore delegato di Cloudflare - azienda che sviluppa strumenti per contrastare i bot che raccolgono dati web per l'addestramento dell'IA - ha fornito durante un evento ad Cannes numeri che fanno riflettere sulla sproporzione crescente tra raccolta e restituzione di valore. Dieci anni fa, Google manteneva un rapporto di 2:1 tra pagine scansionate e visitatori indirizzati verso i siti. Sei mesi fa questo rapporto era salito a 6:1, mentre oggi ha raggiunto la cifra sbalorditiva di 18:1.

Le aziende di IA prendono sempre più contenuti e restituiscono sempre meno traffico

Ma sono OpenAI e Anthropic a mostrare i numeri più estremi di questa dinamica predatoria. OpenAI è passata da un rapporto di 250:1 a 1.500:1 pagine scansionate per ogni visitatore indirizzato, mentre Anthropic ha toccato il record di 60.000:1, partendo già da una base di 6.000:1. Questi dati suggeriscono un'accelerazione nell'acquisizione di contenuti web senza una corrispondente restituzione di valore agli editori originali.

L'ecosistema sotto pressione

La situazione diventa ancora più critica considerando che i servizi di ricerca basati sull'intelligenza artificiale stanno rimpiazzando soltanto il 10% del traffico tradizionale dei motori di ricerca, secondo SimilarWeb. Questo squilibrio significa che i siti web sopportano i costi per servire contenuti alle aziende di IA che li utilizzano per servizi commerciali, senza ricevere un'adeguata compensazione sotto forma di visitatori.

La conseguenza diretta di questo fenomeno si traduce in ricavi pubblicitari e abbonamenti in diminuzione per gli editori web, proprio quelli che hanno fornito i contenuti utilizzati per addestrare questi modelli di intelligenza artificiale. Non sorprende quindi che sempre più publisher stiano intentando cause legali contro le aziende di IA, cercando di ottenere giustizia per quello che percepiscono come un furto sistematico di valore.

Nonostante le speculazioni su potenziali sfidanti basati sull'IA che potrebbero scalzare Google, l'azienda di Mountain View mantiene ancora il controllo di circa il 90% del mercato delle ricerche online secondo BrightEdge. Paradossalmente, però, sta consumando proprio quelle risorse che hanno reso possibile il suo successo, in una dinamica che ricorda il mito di Crono che divora i propri figli.

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