Tecnologia Il team tech si vendica del nuovo capo arrogante
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26/12/2025

Mousey non funzionava, che delusione: la storia di un fallimento tecnico inaspettato

Il team tech si vendica del nuovo capo arrogante

Nel mondo delle aziende italiane dell'intrattenimento, le riorganizzazioni aziendali portano spesso con sé nuovi manager che devono conquistarsi la fiducia dei dipendenti. Ma cosa succede quando il nuovo capo si rivela non solo incompetente, ma anche ossessionato dalla tecnologia e dalla sicurezza fisica in modo quasi patologico? Un ex consulente ci racconta una storia che dimostra come la vendetta dei lavoratori possa essere servita fredda, anzi, incollata.

L'arrivo del pistolero digitale

La scena doveva essere piuttosto comica: un manager che attraversava l'ufficio open space all'ora di pranzo con un telefono e un palmare appesi alla cintura, convinto di avere l'aspetto di un vero pistolero. I suoi colleghi, invece, vedevano semplicemente un uomo con due chili di tecnologia che gli rimbalzavano sui fianchi, chiudendo religiosamente la porta del suo ufficio prima di fare la sua passerella quotidiana.

Secondo il racconto di chi ha vissuto quegli eventi, il nuovo responsabile era riuscito nell'impresa di alienarsi l'intero ufficio in meno di un mese. La sua totale incompetenza si sposava con una fiducia cieca nella tecnologia, creando una combinazione esplosiva che non poteva che generare tensioni con il personale esistente.

Il venerdì del giudizio

L'abitudine del manager di lasciare l'ufficio ogni venerdì alle tre del pomeriggio con fare spavaldo divenne l'occasione perfetta per un'operazione di sabotaggio creativo. Il team aveva preparato accuratamente la propria risposta, e quando il momento arrivò, agirono con precisione chirurgica.

L'intera scrivania tremava, ma il puntatore rimaneva immobile

L'operazione prevedeva l'accesso all'ufficio del capo e l'utilizzo di resina epossidica per incollare permanentemente il mouse alla scrivania. Un gesto semplice ma devastante nelle sue conseguenze pratiche, che avrebbe generato una scena memorabile il lunedì successivo.

La resa dei conti tecnologica

Il lunedì mattina seguente si consumò il momento tanto atteso. Il manager entrò nel suo ufficio, accese il computer e tentò di muovere il mouse. Il risultato fu spettacolare: l'intera scrivania si mise a tremare e oscillare, ma sullo schermo il cursore rimaneva ostinatamente fermo nella sua posizione iniziale.

Dopo due o tre tentativi infruttuosi, il boss chiuse la porta dell'ufficio e chiamò il supporto tecnico. Le sue urla al telefono erano udibili anche nell'open space, tanto che i responsabili dello scherzo, in un momento di vigliaccheria preventiva, decisero prudentemente di abbandonare l'area. Secondo quanto emerso successivamente, il manager aveva segnalato al team di supporto un semplice guasto del mouse, senza minimamente sospettare il sabotaggio.

Quando la tecnologia diventa un'arma

Questa storia, ambientata in una grande azienda italiana del settore entertainment, rappresenta un perfetto esempio di come la frustrazione lavorativa possa trasformarsi in creatività sovversiva. L'uso della tecnologia non come strumento di lavoro ma come mezzo per regolare i conti con un superiore inadeguato dimostra quanto il clima aziendale possa deteriorarsi quando la leadership fallisce.

L'episodio solleva anche interrogativi interessanti sulla cultura aziendale e sul rapporto tra dipendenti e management. In un contesto dove un nuovo responsabile riesce ad antagonizzare un intero ufficio in poche settimane, gesti come quello del mouse incollato diventano valvole di sfogo per tensioni altrimenti ingestibili. La scelta di agire quando il capo se ne andava con il suo consueto atteggiamento spavaldo del venerdì pomeriggio non era casuale: rappresentava una risposta simbolica all'arroganza percepita.

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