L'intelligenza artificiale sta divorando energia a un ritmo senza precedenti, spingendo i giganti tecnologici americani a riscoprire il fascino dell'atomo. In Texas, questa corsa verso il nucleare ha trovato la sua espressione più ambiziosa nel progetto "HyperGrid" di Amarillo, dove Fermi America promette di costruire quello che definisce il "più grande campus energetico avanzato al mondo". Il colosso industriale sudcoreano Hyundai è stato scelto come partner per realizzare un'infrastruttura da sei gigawatt di potenza nucleare, in quella che potrebbe diventare la più grande scommessa energetica degli Stati Uniti.
Quando la politica incontra l'atomo
Dietro questa visione futuristica si celano figure di primo piano della politica americana. Rick Perry, ex governatore del Texas e segretario all'Energia durante l'amministrazione Trump, ha unito le forze con l'investitore Toby Neugebauer per trasformare il Texas nel più grande hub energetico e di intelligenza artificiale del paese. L'obiettivo dichiarato è costruire un campus di 23 milioni di metri quadrati che ospiterà data center alimentati direttamente da energia nucleare, aggirando completamente la rete elettrica tradizionale.
La costruzione del primo dei quattro reattori Westinghouse AP1000 dovrebbe iniziare il prossimo anno ad Amarillo, con l'ambizione di fornire energia ai "bit barn" entro il 2032. Tuttavia, come spesso accade con progetti di questa portata, tutto si basa su un memorandum d'intesa che non garantisce alcuna certezza sulla realizzazione effettiva dell'intero progetto.
La lezione costosa di Vogtle
La storia recente dell'energia nucleare americana racconta una verità scomoda sui costi reali di questi progetti. I reattori di Vogtle in Georgia, che utilizzano la stessa tecnologia AP1000 prevista per il Texas, hanno richiesto 15 anni e oltre 36 miliardi di dollari per essere completati, molto più dei 6,8 miliardi stimati per un singolo reattore. Il fallimento di Westinghouse nel 2017, proprio durante la fase di costruzione, ha ulteriormente complicato le tempistiche e i costi.
Nonostante questi precedenti preoccupanti, le cifre in gioco nel settore tecnologico rendono questi investimenti nucleari quasi modesti per confronto. Meta, tanto per fare un esempio concreto, prevede di spendere tra i 66 e i 72 miliardi di dollari quest'anno per i propri data center. La domanda che rimane senza risposta è come Fermi America intenda finanziare non uno, ma quattro reattori AP1000.
Un mix energetico da record
Il coinvolgimento di Hyundai non si limita ai grandi reattori ad acqua pressurizzata. L'azienda sudcoreana, forte della sua esperienza nella costruzione di 22 reattori in tutto il mondo, supervisionerà anche l'installazione di circa quattro gigawatt di impianti a gas a ciclo combinato, un gigawatt di energia solare con accumulo a batterie e due gigawatt di piccoli reattori modulari (SMR). Quest'ultima tecnologia resta ancora in gran parte sulla carta, con solo NuScale che ha ottenuto l'approvazione della Nuclear Regulatory Commission americana.
Mentre burocrati e ingegneri si confrontano con le complessità normative del nucleare, Fermi America ha già iniziato a installare la componente meno pulita del progetto. Il mese scorso l'azienda ha annunciato l'acquisizione di 600 megawatt di generatori a gas per supportare i primi data center entro fine anno, incluse sei turbine a gas Siemens Energy SGT800 e turbine GE Frame 6B rigenerate.
Una tendenza che si espande
Il progetto texano si inserisce in un movimento più ampio che vede i colossi tecnologici corteggiare l'energia nucleare. Amazon ha speso 650 milioni di dollari per acquisire le strutture di Cumulus Data vicino alla centrale nucleare di Susquehanna, Microsoft sta collaborando con Constellation Energy per riattivare Three Mile Island, mentre Oracle promette di installare tre SMR per oltre un gigawatt di capacità. La corsa all'energia nucleare per l'AI sembra appena iniziata, con il Texas che punta a diventarne l'epicentro mondiale.