Opinioni Intervista a 60 persone sulla libertà finanziaria
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05/12/2025

Parlare con oltre 60 seguaci del FIRE mi ha insegnato che questo sogno di libertà finanziaria può realizzarsi, ma serve la giusta strategia

Intervista a 60 persone sulla libertà finanziaria

Nel corso degli ultimi due anni, un'indagine approfondita condotta su oltre sessanta persone che hanno abbracciato il movimento FIRE – acronimo che sta per Financial Independence, Retire Early – ha permesso di individuare tre lezioni fondamentali per chiunque sogni di lasciare il mondo del lavoro prima del previsto. Questo fenomeno, sempre più diffuso anche al di fuori dei confini statunitensi, promette libertà finanziaria e temporale, ma nasconde insidie che possono trasformare il sogno in un incubo fatto di solitudine e mancanza di scopo. L'esperienza di decine di "pensionati precoci" dimostra che raggiungere l'indipendenza economica non basta: serve una strategia completa che includa investimenti intelligenti, tempismo accurato e una vita sociale solida.

La gestione autonoma del patrimonio conviene più dei consulenti

Alan e Katie Donegan, coppia britannica che dal 2019 vive da nomade digitale dopo aver raggiunto la libertà finanziaria, organizzano seminari gratuiti di dieci settimane sul movimento FIRE. La loro esperienza personale offre un monito prezioso: evitare i consulenti finanziari tradizionali. Dopo aver assunto un professionista del settore, i Donegan hanno scoperto sulla propria pelle quanto questa scelta possa costare caro.

"Le persone hanno paura di gestire autonomamente i propri investimenti", spiega Katie, "quindi pagano un consulente professionale di cui non hanno bisogno, poi pagano commissioni elevate e ottengono rendimenti scarsi". I calcoli della coppia sono impietosi: rimanere con il consulente ad alte commissioni invece di passare ai fondi indicizzati a basso costo gli sarebbe costato oltre un milione di sterline britanniche nel lungo periodo.

Il problema non riguardava solo le spese di gestione. Katie aveva un portafoglio eccessivamente conservativo con un'alta percentuale di obbligazioni, una scelta che lei considera "ridicolmente prudente" per chi ha ancora un reddito da lavoro. Il doppio svantaggio – commissioni alte e strategia d'investimento inadeguata – ha consolidato la loro convinzione che l'autogestione informata superi di gran lunga l'affidarsi a intermediari costosi.

La trappola del "ancora un anno" che ruba tempo prezioso

Brad Barrett, conduttore del podcast ChooseFI che ha contribuito a diffondere la cultura FIRE presso migliaia di persone, ribalta un'aspettativa comune: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, osserva più persone che lasciano il lavoro troppo tardi piuttosto che troppo presto. Il fenomeno del "one more year" – ancora un altro anno – intrappola molti aspiranti pensionati precoci in un circolo vizioso di eccessiva prudenza.

Ogni giorno di lavoro oltre il necessario è un giorno sottratto all'unica risorsa irrecuperabile: il tempo

"Le persone non comprendono la natura finita delle loro vite", osserva Barrett con una franchezza disarmante. "Se siamo davvero fortunati, otteniamo otto o nove decenni su questo pianeta", e ancora meno anni in buona salute. Rimandare continuamente la transizione verso la libertà finanziaria per timore di non avere abbastanza risparmi significa sacrificare l'unico bene non rinnovabile a nostra disposizione.

Questa prospettiva suggerisce un cambio di paradigma che va oltre la pianificazione pensionistica: non esiste il momento perfetto per iniziare una nuova attività sportiva o accettare l'invito di un amico per un viaggio avventuroso in Kirghizistan. L'attesa della condizione ideale rischia di trasformarsi in un rinvio permanente.

Il capitale sociale vale quanto quello finanziario

Durante un ritiro FIRE organizzato a Bali, in Indonesia, è emerso un tema ricorrente nelle conversazioni con aspiranti e veterani del pensionamento anticipato: il rischio di isolamento sociale. Quando si è l'unica persona nel proprio gruppo di amicizie ad andare in pensione a trent'anni, trovare compagnia per un brunch o una partita di pickleball nel pomeriggio di mercoledì diventa una sfida inaspettata.

Il rimpianto più comune condiviso dai partecipanti riguardava l'aver investito eccessivamente sulla carriera e sull'accumulo patrimoniale, trascurando relazioni familiari, amicizie e la ricerca di un partner. Una coppia di professionisti della finanza con un patrimonio netto vicino ai due milioni di dollari ha ammesso candidamente di non aver mai considerato l'idea di assumere aiuto domestico o una tata a tempo pieno, nonostante avessero figli piccoli e un matrimonio in difficoltà.

La maggior parte dei cinquanta partecipanti al ritiro ha riconosciuto l'importanza di imparare a spendere per ciò che rende felici, anche se questo significa posticipare il raggiungimento dell'indipendenza finanziaria di qualche anno. Molti hanno adottato la strategia del "fondo divertimento": un conto bancario dedicato esclusivamente a esperienze con amici e familiari, che aiuta a superare la mentalità iperfrugale tipica di chi insegue il FIRE.

Investire nelle esperienze prima che sia troppo tardi

Un esperto che ha tenuto una sessione intitolata "Financial Independence Next Endeavor" ha raccontato come una crociera di undici giorni dalla Grecia all'Italia, costata ventimila dollari e condivisa con sua madre e sua figlia adulta, si sia rivelata uno dei viaggi più memorabili della sua vita. Il segreto? Aver accantonato fondi specificamente destinati a questi momenti, liberandosi dalla rigidità mentale che spesso accompagna chi persegue l'accumulo patrimoniale.

La lezione trasversale che emerge da queste testimonianze è chiara: il lavoro rappresenta solo una componente dell'identità personale, non la sua totalità. L'approccio più equilibrato al movimento FIRE richiede di costruire parallelamente tre pilastri: competenza negli investimenti autonomi, coraggio nel lasciare quando è il momento giusto e una rete di relazioni e passioni che rendano la libertà finanziaria davvero significativa. Senza quest'ultima componente, raggiungere il proprio "numero magico" rischia di trasformarsi in una vittoria vuota.

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