Il lockdown in periodo pandemico ha costretto molti enti a rivedere il modo in cui venivano erogati. Scuole e università, in particolare, sono tra i servizi che hanno sofferto di più il cambiamento: nel giro di pochi si sono viste costrette a organizzare lezioni da remoto che fossero all'altezza di quelle in presenza.
Molti atenei, nonostante le imposizioni del momento, sono riusciti a cogliere l'opportunità per sperimentare la formazione in realtà virtuale, dando il via alla didattica nel metaverso.
Simonetta Pozzi, vicepresidente AIF delegazione Piemonte e Valle d'Aosta, ha pubblicato la sua riflessione sulle "Metaversity", ovvero le Università nel Metaverso, spiegando come i mondi virtuali possono supportare l'insegnamento rendendolo più immersivo e accessibile.
Metaversity: il futuro dell'insegnamento
Le Metaversity o MetaUniversity sono ambienti universitari virtuali che combinano tecnologie di realtà virtuale e aumentata per offrire un modo tutto nuovo di insegnare e imparare.
Il metaverso universitario è uno spazio didattico in cui i gemelli digitali di professori e studenti si incontrano per interagire e partecipare alle lezioni del campus digitale. Si tratta di una "realtà estesa" in cui le esperienze di apprendimento sono più coinvolgenti rispetto a una lezione da remoto.
Le Metaversity offrono più possibilità di sperimentazione: gli studenti possono mettere in pratica ciò che hanno imparato nei laboratori virtuali, operando in prima persona. L'uso di strumenti di AR come i visori o altri wearable, inoltre, consente di offrire esperienze accessibili e personalizzate per ogni studente.
Le Metaversity non migliorano soltanto l'esperienza di apprendimento, ma permettono agli studenti di stringere legami e scambiarsi opinioni da remoto più facilmente. Gli utenti sono in grado di vivere la loro vita universitaria senza doversi spostare, rafforzando i legami con compagni di studio e professori.
Le università italiane nel metaverso
Esistono già diversi atenei di tutto il mondo che stanno sperimentando la didattica nel metaverso, e anche in Italia ci sono diversi casi degni di nota. Nel 2021, nel pieno del lock, l'Università Federico II di Napoli ha iniziato a sperimentare gli Hybrid Learning Spaces, aule virtuali sviluppate da Hevolus Innovation e Microsoft per condurre lezioni e laboratori da remoto.
Anche l'Accademia di Belle Arti Laba di Brescia ha istituito un nuovo corso per permettere agli studenti di usufruire di esperienze virtuali in discipline come la fotografia, la pittura, la scenografia e il fashion design.
Non solo didattica: anche il campo della ricerca può beneficiare delle tecnologie di realtà virtuale, istituendo laboratori in cui i ricercatori possono collaborare tra loro.
I continui investimenti nel metaverso e nelle tecnologie di realtà aumentata possono migliorare la qualità della didattica, supportando studenti e professori in tutte le fasi della formazione. Per il momento le Metaversity si limitano ad affiancare la didattica tradizionale, ma non è detto che tra qualche anno non diventino il mezzo preferito per l'insegnamento.