L'intelligenza artificiale generativa sta diventando d'uso comune ormai per molte attività quotidiane; tra queste, anche la ricerca di informazioni sul web.
Google è sempre stato il mezzo principale per le ricerche degli utenti, e lo è tuttora: solo a giugno, il motore di ricerca è stato utilizzato quasi 85 miliardi di volte. La ricerca di Google avviene per parole chiave che il motore cerca tra le pagine indicizzate, ordinando i risultati per pertinenza.
Nel corso degli anni il motore di ricerca ha affinato le sue capacità di analisi migliorando l'esperienza utente e l'attinenza dei risultati alla query iniziale; ora però, di fronte alle capacità dell'intelligenza artificiale di analizzare e filtrare la conoscenza, la ricerca classica potrebbe diventare presto obsoleta.
Chantal Smith del podcast Exponential View ha illustrato l'uso di due tool di IA pensati proprio per migliorare la qualità delle ricerche: il primo, Elicit, è un assistente di ricerca pensato principalmente per il mondo accademico; il secondo, Perplexity.ai, è invece un motore più generico.
Elicit
Elicit viene utilizzato per lo più da ricercatori, studenti e organizzazioni per cercare paper scientifici e indirizzare al meglio gli studi. Dopo aver specificato una query in linguaggio naturale, il motore cerca i risultati più attinenti tra le pubblicazioni a cui ha accesso.
Il motore cerca paper rilevanti per similarità con la semantica della query utente, anche se le parole chiave non corrispondono a quelle inserite; per esempio, se un utente cerca la parola chiave "mindfulness", Elicit fornisce un elenco di documenti che approfondiscono la meditazione, anche se non è stata menzionata nella query.
Il vantaggio di questo assistente di ricerca, spiega Smith, è che vengono mostrati tutti i paper affini al tema che si vuole approfondire, anche se non includono le keyword specificate.
L'utente è anche in grado di filtrare i risultati per, ad esempio, data di pubblicazione e tipologia di documento. Per ogni paper Elicit fornisce un breve riassunto dell'estratto, così da permettere all'utente di comprendere subito su quali aspetti si concentra lo scritto.
In campo accademico Elicit può essere un aiuto prezioso per trovare subito i paper rilevanti, velocizzando così l'attività di ricerca e sviluppo.
Perplexity.ai
Il secondo tool esaminato da Smith è Perplexity.ai. Questo strumento è pensato per ricerche più generiche poiché si affida a fonti "di massa", più tradizionali.
Dall'interfaccia simile a quella di ChatGPT e Bard, Perplexity.ai mostra tutte le fonti in maniera ben visibile sopra la risposta generata e inserisce i riferimenti nel testo. A differenza di ChatGPT, col quale condivide il modello di addestramento, Perplexity.ai è stato addestrato specificatamente per essere un chatbot di ricerca informazioni.
Stando ai risultati condivisi da Smith, il tool è stato piuttosto preciso nelle risposte e in grado di unire coerentemente la conoscenza proveniente da più sorgenti.
Rispetto ai normali motori di ricerca, questi strumenti consentono di accedere velocemente a più fonti di informazioni in maniera centralizzata senza dover approfondire manualmente il contenuto dei singoli risultati per scegliere il migliore.
Pur rimanendo consci dei limiti dell'intelligenza artificiale, i motori di ricerca intelligenti possono essere un valido aiuto per velocizzare l'esplorazione della conoscenza.