L'intelligenza artificiale rappresenta una minaccia molto più concreta di quanto gli investitori di Wall Street siano disposti ad ammettere, e il vero rischio non sta tanto nella sopravvalutazione delle startup del settore quanto nella sottovalutazione dell'impatto devastante che questa tecnologia avrà su interi comparti economici tradizionali. Jonathan Gray, presidente del colosso degli investimenti privati Blackstone, ha lanciato un monito che va controcorrente rispetto alle preoccupazioni prevalenti sui mercati finanziari. Mentre molti analisti si interrogano sulla possibilità di una bolla speculativa nel comparto AI, Gray ritiene che il vero problema sia altrove: nell'incapacità di comprendere quanto profondamente l'intelligenza artificiale sconvolgerà settori consolidati dell'economia.
Quando la disruption diventa imperativo strategico
Durante il Private Capital Summit del Financial Times tenutosi a Londra nella settimana scorsa, Gray ha rivelato un dettaglio significativo sulle procedure interne di Blackstone. La società ha istruito i propri team dedicati al credito e all'equity di affrontare l'analisi dell'impatto dell'AI già nelle prime pagine dei loro memorandum d'investimento. Una mossa che testimonia quanto la questione sia diventata centrale nelle valutazioni strategiche del gruppo finanziario, che gestisce asset per centinaia di miliardi di dollari.
L'approccio di Blackstone riflette una consapevolezza maturata nell'osservazione diretta del mercato. Gray non nega che esistano eccessi speculativi nel settore: le valutazioni astronomiche di startup in perdita e gli accordi circolari tra i principali attori del comparto hanno effettivamente alimentato timori di una bolla speculativa. Il presidente di Blackstone ammette che una certa quota di "allocazione errata del capitale" sia inevitabile, paragonando la situazione attuale a quella di Pets.com nel 2000, simbolo dello scoppio della bolla delle dot-com.
Oltre la bolla: le industrie tradizionali a rischio estinzione
Tuttavia, secondo Gray, concentrarsi esclusivamente sui rischi di sopravvalutazione significa perdere di vista la vera partita in corso. "La gente dice 'questo ha l'odore di una bolla', ma non si chiede: 'E che dire delle aziende tradizionali che potrebbero essere massicciamente sconvolte?'", ha dichiarato al summit londinese. Il dirigente di Blackstone identifica con precisione i settori più vulnerabili: professioni basate su regole come quelle legali, contabili, l'elaborazione di transazioni e la gestione dei sinistri. Per questi comparti, ha avvertito, l'impatto sarà "profondo".
Le riflessioni di Gray trovano un'eco significativa nelle parole pronunciate all'inizio di ottobre da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, durante l'Italian Tech Week. Bezos ha proposto una distinzione cruciale tra "bolla industriale" e "bolla finanziaria": anche qualora i prezzi azionari del settore dovessero crollare, secondo il miliardario americano, i benefici della tecnologia rimarrebbero comunque disponibili. Un concetto che Bezos ha illustrato citando esempi storici: le reti in fibra ottica sopravvissute al crollo delle dot-com e i farmaci salvavita rimasti disponibili dopo il tracollo delle biotecnologie negli anni Novanta.
La difficile distinzione tra innovazione e speculazione
Bezos ha riconosciuto apertamente la difficoltà che gli investitori incontrano nel distinguere tra progetti validi e proposte destinate al fallimento durante le fasi di massimo entusiasmo per una nuova tecnologia. "Probabilmente sta accadendo anche oggi", ha ammesso il fondatore di Amazon, aggiungendo però che questo non significa che ciò che sta avvenendo non sia autentico. "L'AI è reale, cambierà ogni industria", ha affermato con convinzione durante l'evento italiano.
Questa visione trova un riscontro interessante nei dati raccolti da PYMNTS Intelligence attraverso il report "Workers Say Fears About GenAI Taking Their Jobs is Overblown". Lo studio rivela un paradosso percettivo significativo: mentre la maggioranza dei lavoratori riconosce che l'intelligenza artificiale generativa rappresenta una minaccia sistemica di sostituzione dell'occupazione, un numero molto inferiore di persone ritiene che il proprio posto di lavoro specifico sia a rischio. Una disconnessione che evidenzia come la consapevolezza dell'impatto dirompente della tecnologia coesista con una certa dose di negazione personale.
Wall Street alla prova della trasformazione radicale
Il monito lanciato da Gray e ripreso da Bezos suggerisce che il mondo finanziario si trovi di fronte a una sfida di valutazione senza precedenti. Non si tratta semplicemente di identificare quali startup dell'AI avranno successo e quali falliranno, ma di comprendere quale sarà l'impatto sistemico su settori economici consolidati che hanno operato secondo gli stessi paradigmi per decenni. La capacità di anticipare queste trasformazioni potrebbe fare la differenza tra investimenti vincenti e perdite catastrofiche nei prossimi anni.
Le dimensioni stesse del fenomeno AI rendono particolarmente insidiosa questa valutazione. A differenza di precedenti ondate tecnologiche, l'intelligenza artificiale promette di penetrare trasversalmente in praticamente tutti i settori economici, rendendo obsolete non singole aziende ma intere categorie professionali. Per i grandi gruppi di investimento come Blackstone, ignorare questa variabile nelle analisi significherebbe esporsi a rischi potenzialmente devastanti, indipendentemente dall'andamento delle quotazioni delle società tecnologiche.