Un fronte sempre più ampio di sviluppatori e associazioni di consumatori sta intensificando la pressione sulla Commissione Europea affinché agisca con maggiore fermezza contro le politiche commerciali di Apple. Al centro della controversia c'è l'accusa che il colosso di Cupertino stia deliberatamente ignorando le norme stabilite dal Digital Markets Act, la legislazione europea pensata per limitare lo strapotere delle big tech. La questione si è infiammata nuovamente lunedì 15 dicembre, quando è stata resa pubblica una lettera aperta che denuncia quello che viene definito un comportamento sistematico di violazione normativa.
Le commissioni che fanno discutere
La Coalition of App Fairness, organizzazione che riunisce diverse realtà del settore tecnologico, ha puntato il dito contro il recente aggiornamento delle condizioni commerciali dell'App Store. Dopo che Bruxelles aveva multato Apple per 588 milioni di dollari per aver impedito agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento alternativi, l'azienda californiana ha modificato le proprie regole introducendo nuove tariffe. Queste vanno dal 13% per le piccole imprese fino a raggiungere il 20% per gli acquisti effettuati attraverso l'App Store, una struttura che secondo i critici non risolve affatto il problema di fondo.
Secondo quanto affermato nella lettera indirizzata alla Commissione Europea, la normativa comunitaria è chiara nel stabilire che giganti del digitale come Apple devono permettere agli sviluppatori di gestire transazioni al di fuori dell'ecosistema proprietario senza costi aggiuntivi. La Coalition sostiene che applicare commissioni fino al 20% rappresenti "un palese disprezzo della legge con il potenziale di vanificare anni di lavoro significativo da parte della Commissione".
Timori per le nuove condizioni in arrivo
La preoccupazione delle associazioni degli sviluppatori non riguarda solo le politiche attuali. Il gruppo di pressione ha evidenziato che il prossimo mese Apple introdurrà ulteriori modifiche ai termini e condizioni dell'App Store, e c'è il sospetto fondato che anche queste nuove regole includeranno tariffe incompatibili con il Digital Markets Act. "Apple non può essere autorizzata a sfruttare la sua posizione di gatekeeper tenendo in ostaggio l'intera industria", si legge nel documento inviato a Bruxelles.
La difesa del gigante di Cupertino
Dal canto suo, Apple ha risposto alle critiche già lo scorso settembre, chiedendo alla Commissione di ripensare l'intera impostazione del DMA. In un post sul blog aziendale, l'azienda ha sostenuto che la normativa europea stia producendo effetti negativi per gli utenti del Vecchio Continente, esponendoli a nuovi rischi di sicurezza e compromettendo l'integrazione fluida tra i dispositivi dell'ecosistema Apple. Secondo questa visione, con l'evolversi delle tecnologie, i consumatori europei si troveranno sempre più svantaggiati rispetto al resto del mondo.
L'argomentazione principale della società californiana ruota attorno ai temi della privacy e della sicurezza. Apple sostiene che i requisiti del DMA, che impongono l'apertura ad altri marketplace di applicazioni e sistemi di pagamento alternativi, non tengano in considerazione gli standard di protezione garantiti dall'App Store ufficiale. Questo esporrebbe i clienti a rischi concreti di truffe e addebiti eccessivi. L'azienda ha inoltre sottolineato che la normativa europea la obbliga a concedere l'accesso a dati degli utenti e tecnologie fondamentali dei propri prodotti ad altre società, dovendo accogliere quasi ogni richiesta anche quando questa comporta seri rischi per la sicurezza degli utilizzatori.
Un braccio di ferro che continua
La questione rappresenta uno dei fronti più caldi nello scontro tra le autorità regolatorie europee e le multinazionali tecnologiche americane. Mentre la Coalition of App Fairness accusa Apple di ostacolare la concorrenza leale attraverso la sua struttura di commissioni, il colosso tecnologico difende il proprio modello come garanzia di qualità e sicurezza per i consumatori. Al momento della pubblicazione, Apple non ha fornito ulteriori commenti sulla lettera aperta ricevuta, lasciando alla Commissione Europea il compito di valutare se le modifiche introdotte dall'azienda siano sufficienti a garantire la conformità con la legislazione comunitaria o se saranno necessari ulteriori interventi sanzionatori.