Il mondo tecnologico osserva con un misto di ammirazione e inquietudine la frenetica attività di Sam Altman, il cofondatore e amministratore delegato di OpenAI che negli ultimi tempi ha accelerato come mai prima d'ora il ritmo delle innovazioni della sua azienda. Mentre alcuni leader del settore applaudono alla sua audacia imprenditoriale, altri sollevano interrogativi sulla sostenibilità e la sicurezza di una crescita così esplosiva. La questione divide l'industria tecnologica: stiamo assistendo a una strategia brillante o a una corsa troppo azzardata verso il futuro dell'intelligenza artificiale?
Una valanga di accordi miliardari
Le cifre parlano da sole: mille miliardi di dollari di accordi commerciali siglati nel corso del 2024, con partnership strategiche che hanno coinvolto colossi come AMD e Nvidia per assicurarsi la potenza computazionale necessaria ai progetti futuri. Art Zeile, amministratore delegato di DHI Group, riconosce in questa diversificazione dei fornitori una mossa tattica fondamentale: "È la lezione numero uno nella negoziazione: avere più fornitori per ottenere il prezzo migliore".
L'approccio di Altman non si limita agli accordi commerciali. Il lancio simultaneo di Sora, l'applicazione per la creazione di video tramite intelligenza artificiale che ha conquistato oltre un milione di utenti nei primi cinque giorni, e di nuove funzionalità per ChatGPT dimostra una strategia di comunicazione calcolata. Ross Finman, CEO di Augmodo, spiega: "Singolarmente potrebbero non fare grande scalpore, ma collettivamente creano un effetto rete che attraversa multiple industrie".
Il dilemma della velocità nell'era dell'IA
Bipul Sinha, CEO della società di cybersecurity Rubrik, inquadra questa accelerazione nel contesto più ampio dell'evoluzione tecnologica: "L'intelligenza artificiale è un fenomeno con una traiettoria super esponenziale. Devi correre veloce per cogliere l'opportunità". La logica imprenditoriale sembra dargli ragione, considerando che OpenAI prevede di superare i 13 miliardi di dollari di fatturato entro la fine dell'anno.
Aaron Levie, amministratore delegato di Box, paragona l'attuale boom dell'IA ai periodi formativi di internet e del mobile computing, definendo Altman "uno dei fondatori più ambiziosi che esistano". Secondo Levie, questi cambiamenti di paradigma tecnologico si verificano una volta ogni dieci o vent'anni, e quello attuale potrebbe essere il più significativo mai visto nel settore tecnologico.
Tra innovazione e responsabilità sociale
Tuttavia, non tutti nel settore condividono questo entusiasmo. Kate Doerksen, fondatrice della startup Sage Haven, esprime preoccupazioni concrete: "Si stanno muovendo velocemente e rompendo le cose nel tentativo di inseguire enormi ricavi, ma non stanno facendo abbastanza per la sicurezza". Le sue critiche riflettono una crescente ansia riguardo agli effetti collaterali dello sviluppo rapido dell'IA.
I timori hanno basi concrete: cause legali accusano ChatGPT e altri chatbot di aver causato danni agli utenti, incluso un caso in cui una famiglia ha citato in giudizio OpenAI sostenendo che il loro figlio aveva ricevuto assistenza attiva nell'esplorare metodi suicidi prima di togliersi la vita. L'azienda ha risposto implementando controlli parentali e pagine di risorse per i genitori, sottolineando l'impegno costante nel migliorare la sicurezza.
L'uomo dietro la macchina
Al di là delle strategie aziendali, Altman ha dimostrato un'abile gestione del proprio personal branding. L'invito rivolto al pubblico a utilizzare Sora per creare video che lo ritraggono in situazioni immaginarie – dai furti nei negozi al rap – ha generato contenuti virali che hanno umanizzato la sua figura pubblica. Joshua March, che guida la startup Veritus Agent, vede in questa mossa una strategia per rendersi più accessibile: "Le aziende di maggior successo oggi hanno una forte personalità del CEO".
Jill Popelka, amministratore delegato di Darktrace, offre forse la prospettiva più equilibrata su questa situazione complessa. Riconosce il dilemma unico in cui si trova Altman: rallentare potrebbe permettere ai concorrenti di raggiungerlo, mentre muoversi troppo velocemente rischia errori o dimenticanze. "Non riesco davvero a immaginare cosa significhi essere nei suoi panni", conclude, "essere l'eroe o il cattivo di questa tecnologia di cui tutti parlano".