L'intelligenza artificiale sta per trasformarsi da promessa tecnologica a forza concreta dell'economia americana, con effetti destinati ad accelerare nei prossimi anni. È questa la previsione di Bank of America, che vede nell'AI uno dei fattori chiave dietro le aspettative di crescita del PIL statunitense per il 2026, stimato al 2,4% rispetto al 2% registrato quest'anno. Un incremento che secondo la banca non è casuale, ma riflette l'impatto crescente delle tecnologie intelligenti sui processi produttivi e sui servizi.
Investimenti tecnologici come motore della crescita
L'analisi condotta dal Bank of America Institute lo scorso ottobre ha messo in luce come gli investimenti in infrastrutture legate all'intelligenza artificiale, in particolare software e sistemi di calcolo avanzati, stiano fungendo da catalizzatore per la crescita del PIL. Dopo un rallentamento nel primo trimestre, l'economia ha mostrato una ripresa robusta nel secondo, con un tasso annualizzato dell'1,6% nella prima metà dell'anno. La resilienza dimostrata trova spiegazione proprio negli ingenti capitali che aziende e istituzioni stanno riversando in tecnologie AI.
Contrariamente ai timori diffusi riguardo a possibili perdite occupazionali massicce, lo studio evidenzia che l'impatto dell'intelligenza artificiale sull'occupazione rimane contenuto. Non si registrano segnali di tagli significativi ai posti di lavoro attribuibili all'automazione intelligente, almeno per ora.
L'AI nella pratica quotidiana bancaria
Brian Moynihan, amministratore delegato di Bank of America, ha dichiarato a Bloomberg Television che l'intelligenza artificiale sta producendo un impatto marginale ma significativo sull'economia. Durante l'intervista, il CEO ha sottolineato come la sua banca abbia già integrato queste tecnologie nelle operazioni quotidiane, con risultati tangibili in termini di personalizzazione dei servizi, efficienza nei processi di sottoscrizione, audit e funzioni legali e finanziarie.
L'esempio più concreto di questa trasformazione è rappresentato da Erica, l'assistente virtuale della banca che dal suo lancio ha gestito la cifra impressionante di 3 miliardi di interazioni con i clienti. Un servizio attivo 24 ore su 24 che permette ai correntisti di gestire le proprie finanze in qualsiasi momento. Moynihan ha rivelato che le capacità dell'assistente si sono notevolmente ampliate: da 200 domande a cui poteva rispondere inizialmente, Erica è ora in grado di affrontare ben 800 quesiti diversi.
L'intelligenza aumentata al posto dell'automazione totale
La filosofia che guida Bank of America nell'adozione dell'AI è quella dell'"intelligenza aumentata" piuttosto che della sostituzione completa. Come spiegato dal CEO durante la giornata degli investitori dello scorso 5 novembre, l'obiettivo non è eliminare il fattore umano, ma potenziarlo attraverso strumenti che rendano i dipendenti più efficaci nel loro lavoro. Questo approccio, che Moynihan preferisce chiamare "intelligenza automatizzata" o "aumentata", verrà progressivamente esteso a tutti i rami operativi della banca.
La strategia riflette una visione pragmatica dell'innovazione tecnologica: sfruttare le capacità di calcolo e analisi dell'AI per identificare nuove opportunità di business, snellire processi complessi e migliorare l'esperienza del cliente, mantenendo però la supervisione e il giudizio umano come elementi insostituibili. Un equilibrio che potrebbe rappresentare il modello vincente per l'integrazione dell'intelligenza artificiale nel tessuto economico, evitando gli scenari più apocalittici paventati da alcuni osservatori riguardo al futuro del lavoro.