Tecnologia Veeam punta su alternative a VMware come Red Hat
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21/11/2025

Prevede anche un'API universale per il backup di tutti gli hypervisor

Veeam punta su alternative a VMware come Red Hat

Il mercato della virtualizzazione sta vivendo una trasformazione radicale, e Veeam ha deciso di scommettere su questo cambiamento con una strategia aggressiva. L'azienda specializzata in soluzioni di backup ha annunciato mercoledì scorso non solo la versione 13 della sua piattaforma dati di punta, ma soprattutto l'intenzione di supportare almeno 13 diversi hypervisor nei prossimi mesi. Una mossa che segnala chiaramente come il panorama della virtualizzazione stia diventando sempre più frammentato e competitivo.

La strategia cinese di Veeam: l'enigma Sangfor

Tra le novità più sorprendenti spicca il supporto per Sangfor, un nome pressoché sconosciuto al pubblico occidentale ma significativo in Oriente. Si tratta di un produttore cinese che da un decennio sviluppa infrastrutture iperconvergenti basate sull'hypervisor open source KVM, operando principalmente nel mercato domestico cinese. La mossa acquista senso se si considera che Alibaba Cloud ha recentemente sospeso il proprio servizio VMware, lasciando diversi utenti cinesi alla ricerca di alternative.

Questa scelta strategica apre a Veeam le porte dell'enorme mercato cinese, potenzialmente intercettando quegli utenti rimasti senza supporto. Non si tratta quindi di una decisione casuale, ma di un preciso posizionamento geopolitico nel settore della virtualizzazione.

L'effetto Broadcom sul mercato della virtualizzazione

Dietro questa proliferazione di alternative c'è una causa ben precisa: la politica commerciale di Broadcom dopo l'acquisizione di VMware. L'azienda privilegia infatti la vendita di Cloud Foundation, un prodotto molto più potente e costoso rispetto ai tradizionali bundle vSphere. Secondo quanto riferito costantemente a The Register, Broadcom e i suoi partner non rispondono con particolare rapidità o entusiasmo alle richieste di licenze vSphere.

Il messaggio è chiaro: chi non può permettersi Cloud Foundation deve cercare altrove

Molti utenti VMware hanno capito l'antifona e stanno cercando piattaforme alternative per i carichi di lavoro virtualizzati che non necessitano delle funzionalità avanzate di VCF. Un esempio concreto arriva dall'Australia, dove il partner VMware Interactive ha recentemente trasferito alcuni carichi di lavoro interni da VMware a Proxmox.

Un calendario ambizioso di nuovi supporti

Il piano di Veeam prevede tempistiche precise. Nella prima metà del 2026 arriverà il supporto per XCP-NG, HPE Morpheus VM Essentials, Citrix Xen Server e il già citato Sangfor. Nella seconda parte dell'anno toccherà a Red Hat OpenShift Virtualization, considerata secondo fonti interne come il concorrente più temibile per Cloud Foundation agli occhi di Broadcom e VMware.

Va detto che non tutti questi prodotti godono di una posizione consolidata. HPE Morpheus è relativamente nuovo e non ha ancora raggiunto una diffusione significativa, sebbene HPE lo presenti come una solida piattaforma di virtualizzazione server per chi non necessita di tutte le funzionalità incluse in Cloud Foundation. Anche XCP-NG, un fork di Xen Server, non ha conquistato quote di mercato rilevanti.

Il ritorno di Citrix e l'API universale

Più interessante il caso di Citrix: l'azienda dispone di una base installata sostanziale per Xen Server, ma per anni ha evitato di proporlo come host per carichi di lavoro diversi dai propri prodotti. Questa posizione è cambiata lo scorso luglio, anche se Citrix non ha ancora fornito dettagli sulla tecnologia che intende adottare né una tempistica precisa per rientrare nel mercato della virtualizzazione mainstream.

L'annuncio forse più lungimirante riguarda la creazione di una "Universal Hypervisor Integration API", descritta come un framework che permetterà a qualsiasi fornitore di hypervisor di integrarsi nativamente con le capacità di backup e ripristino di Veeam attraverso API standardizzate. Un'architettura che renderà gli ambienti dei clienti a prova di futuro, man mano che emergeranno nuove tecnologie di virtualizzazione.

Una scommessa sul pluralismo tecnologico

La logica commerciale di Veeam è cristallina: l'azienda ha una vasta base clienti tra gli utenti VMware, e i carichi di lavoro migrati verso altri hypervisor necessitano comunque di soluzioni di backup. Supportare più hypervisor significa quindi assistere i propri clienti nella transizione verso infrastrutture multi-hypervisor, una tendenza ormai inevitabile secondo gli analisti.

Questa strategia suggerisce che Veeam condivide la visione di Gartner, secondo cui numerosi contendenti sono pronti a entrare nel mercato della virtualizzazione. In un settore che per anni è stato dominato quasi incontrastato da un unico player, si sta assistendo a una frammentazione che potrebbe ridefinire gli equilibri di potere nei data center di tutto il mondo.

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