Durante l’evento Google Cloud Next ’22, una delle sessioni ha coinvolto alcuni tra i maggiori esperti del mercato cloud dell’azienda, che si sono alternati sul palco offrendo alcune analisi sulle tendenze del mercato e soprattutto previsioni sulla sua evoluzione nel prossimo futuro.
Una delle più sorprendenti è venuta da Richard Seroter, Director of Developer Relations and Outbound Product Management di Google Cloud.
Secondo Seroter, nei prossimi anni le aziende useranno sempre più spesso la strategia multi cloud non solo come una via d’uscita per evitare un’integrazione troppo stretta con l’offerta di un solo fornitore, ma anche come un modo per spostare i loro carichi di lavoro da un provider all’altro.
La maggior parte delle aziende è già multi cloud, ovvero utilizza più di un provider cloud hyperscale. Nella visione di Google, la distribuzione dei workload tra più cloud non è sempre una scelta strategica, ma invece può essere vista come una vera e propria fase di transizione dell’infrastruttura da un cloud provider all’altro.
Multi cloud per il trasloco
Proprio in quest’ottica, le organizzazioni stanno sfruttando le funzioni di migrazione e spingendo i provider a lavorare per garantire l’interoperabilità.
Per intercettare queste esigenze, Google Cloud ha effettuato investimenti specifici per poter incontrare i clienti ovunque e in qualsiasi cloud, in modo da poter integrare gli investimenti esistenti in altri cloud senza dover spostare nulla.
L’azienda offre strumenti come la piattaforma di gestione Anthos o il sistema di analytics BigQuery Omni per gestire e analizzare i dati su più cloud in modo coerente e senza dover spostare i dati o i flussi di lavoro.
Molte organizzazioni stanno aggiornando la loro tecnologia e spostando i dati di base su altri cloud, continuando a espandere l'adozione del cloud con un provider secondario; secondo Google, entro il 2025 la maggior parte delle organizzazioni passerà dal suo primo cloud a quello successivo.