La rivoluzione dell'IA è iniziata e ogni business, di qualunque settore, sta esplorando in misura diversa le potenzialità di questa tecnologia.
Nonostante le opportunità che offre, l'IA porta con sé dei rischi oggettivi che possono sfociare in conseguenze molto negative se non vengono gestiti correttamente. Tra le minacce principali per aziende e utenti ci sono la violazione della privacy e della confidenzialità dei dati, oltre alla violazione del copyright.
Bernard Marr, autore per Forbes, spiega che per ridurre questi rischi e usare l'IA in maniera responsabile è necessario definire una policy robusta per l'utilizzo responsabile della tecnologia; questo vale per qualsiasi business, a prescindere dalla dimensione e dai casi d'uso di IA che mette in campo.
I rischi derivanti da un uso errato dell'IA sono all'ordine del giorno: dipendenti che utilizzano ChatGPT per generare riassunti di documenti interni o rispondere a email che contengono informazioni riservate espongono l'azienda a dei problemi di confidenzialità.
Un altro esempio è l'uso di questi strumenti per valutare i candidati per una posizione lavorativa o per qualsiasi processo decisionale il cui risultato incide sulla vita delle persone, come l'approvazione o il rifiuto delle richieste di prestiti o l'allocazione di risorse sanitarie.
Bandire l'uso dei tool di IA non è la soluzione, perché i collaboratori troveranno comunque il modo di utilizzarli, potenzialmente violando la privacy di utenti e clienti; inoltre, senza questi strumenti si rischia di perdere un vantaggio competitivo fondamentale.
La soluzione è quindi definire un framework completo che aiuti gli utenti a utilizzare al meglio l'IA e al contempo consenta alle imprese di mitigare i rischi e non inciampare in errori.
Mitigare i rischi dell'IA con una policy mirata
Riuscire a trarre vantaggio dall'IA al giorno d'oggi è imperativo, ma visti i rischi a cui le aziende sono esposte occorre definire una policy chiara e comprensiva per utilizzare questa tecnologia in maniera responsabile.
Marr consiglia innanzitutto di stabilire delle linee guida che definiscono quali sono gli usi accettabili e quali quelli non accettabili dell'IA.
Una policy completa non può però limitarsi a mitigare i rischi, ma dovrebbe anche rappresentare un framework che i dipendenti possono usare per sfruttare le tecnologie dell'IA in maniera sicura e innovativa.
Individuando i punti di forza della tecnologia e le aree di attenzione è possibile definire gli elementi che consentono di usare l'IA responsabilmente; un esempio sono le policy riguardo la privacy dei dati, soprattutto quando si usano tool pubblici come ChatGPT.
È importante inoltre comprendere per quali casi d'uso è possibile usare strumenti disponibili al pubblico e per quali invece è necessario integrare soluzioni on-premise al fine di proteggere la sicurezza dei dati.
Definire una policy mirata per l'uso sicuro dell'IA è un ottimo biglietto da visita per clienti, partner e investitori, una dimostrazione dell'impegno della compagnia nell'usare la tecnologia in modo trasparente ed etico.
Marr sottolinea che mettere sul campo un framework completo di questo tipo è utile anche per attirare nuovi talenti specializzati nell'IA, in quanto l'azienda dimostra un ottimo grado di maturità nella conoscenza di questa tecnologia.
Prima di buttarsi a capofitto nell'uso dell'IA, i leader aziendali dovrebbero dare priorità alla definizione di una policy completa e approfondita: solo in questo modo è possibile sfruttare il pieno potenziale della tecnologia e cogliere ogni opportunità di innovazione.