Tecnologia Musk: l'IA risolverà il debito USA in 3 anni
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10/12/2025

Elon Musk: AI e robotica risolveranno la crisi del debito USA entro tre anni aumentando la produttività oltre l'inflazione.

Musk: l'IA risolverà il debito USA in 3 anni

L'intelligenza artificiale e la robotica potrebbero rappresentare l'unica via d'uscita dalla crisi del debito pubblico americano, secondo Elon Musk. Il magnate della tecnologia ha delineato una visione sorprendentemente ottimistica durante una conversazione con l'investitore e podcaster Nikhil Kamath, pubblicata domenica scorsa, sostenendo che l'aumento esponenziale della produttività guidato dall'AI potrebbe addirittura generare una deflazione significativa. Un'affermazione audace, considerando che il debito nazionale degli Stati Uniti ha raggiunto i 38,34 trilioni di dollari al 26 novembre, più del doppio rispetto a dieci anni fa.

La tempistica della rivoluzione economica

Musk si è spinto oltre, fornendo una previsione temporale precisa: entro tre anni o meno, la produzione di beni e servizi supererà il tasso d'inflazione. Una trasformazione che l'imprenditore considera inevitabile e che secondo lui porterà l'umanità verso un futuro in cui "lavorare diventerà opzionale", probabilmente nell'arco dei prossimi vent'anni. Non si tratta di fantascienza, ma di ciò che Musk definisce "reddito universale elevato", un concetto che si distingue dal tradizionale reddito di base garantito.

Il CEO di Tesla ha elaborato ulteriormente questa visione durante un evento per gli azionisti del mese scorso, identificando nel robot Optimus la chiave per eliminare la povertà e la necessità stessa del lavoro umano. "Le persone parlano spesso di eliminare la povertà, di garantire cure mediche straordinarie a tutti", ha dichiarato Musk. "In realtà c'è un solo modo per farlo, ed è con il robot Optimus".

Quando il denaro diventa irrilevante

Durante il Forum degli Investimenti USA-Arabia Saudita dello scorso mese, Musk ha dipinto uno scenario ancora più radicale: in un futuro dominato dall'intelligenza artificiale, il denaro stesso perderà rilevanza. "Continueranno a esistere limitazioni su potenza come elettricità e massa", ha precisato l'imprenditore, "ma penso che a un certo punto la valuta diventerà irrilevante".

La produttività supererà l'inflazione entro tre anni

Queste previsioni non sono completamente nuove nel dibattito economico. Già nel 1930, l'economista John Maynard Keynes aveva previsto che le generazioni future avrebbero lavorato solo 15 ore alla settimana grazie al progresso tecnologico. Tuttavia, quella profezia non si è mai completamente avverata, e resta da vedere se l'AI avrà un impatto diverso.

Voci contrastanti dalla Silicon Valley

Altri leader tecnologici condividono la consapevolezza del potenziale trasformativo dell'intelligenza artificiale, pur con toni più cauti. Sundar Pichai, CEO di Google, ha dichiarato alla BBC il mese scorso che l'AI presenta un "potenziale per benefici straordinari" ma provocherà anche "perturbazioni sociali". L'investitore Vinod Khosla prevede che l'AI gestirà l'80% del lavoro nell'80% delle professioni, erodendo il valore del lavoro umano e aumentando il tempo libero, rendendo necessaria l'adozione di un reddito di base universale per evitare un'impennata delle disuguaglianze.

Non tutti condividono però questo entusiasmo tecnoutopico. Geoffrey Hinton, spesso definito il "padrino dell'AI", ha espresso una visione decisamente più critica in un'intervista al Financial Times. Pur riconoscendo che l'intelligenza artificiale genererà un "enorme aumento dei profitti", Hinton avverte che la maggior parte di quella ricchezza confluirà verso un piccolo gruppo di persone al vertice. "Arricchirà molto poche persone e impoverirà la maggioranza", ha dichiarato a settembre, prevedendo una "disoccupazione di massa".

Il nodo della distribuzione della ricchezza

Secondo Hinton, il problema non risiede nella tecnologia in sé, ma nel "sistema capitalista" che determina chi cattura il valore creato dall'AI. Una riflessione che solleva interrogativi fondamentali su come le società occidentali gestiranno la transizione verso un'economia dominata dall'automazione intelligente. La questione della redistribuzione della ricchezza generata dall'AI diventa quindi centrale: senza meccanismi adeguati, il rischio è che i benefici si concentrino nelle mani di pochi, mentre la maggioranza della popolazione affronta insicurezza economica crescente.

Pichai ha sottolineato la necessità di un dialogo sociale: "Creerà nuove opportunità, evolverà e trasformerà certi lavori, e le persone dovranno adattarsi. Poi ci saranno aree dove impatterà alcuni impieghi, quindi come società penso che dobbiamo avere questa conversazione". Una consapevolezza che evidenzia come la tecnologia, da sola, non sia sufficiente: servono scelte politiche e sociali per guidare la transizione.

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