News Meta non può (ancora) portare il suo assistente di IA in Europa
Marina Londei
3' 21''
18/06/2024

Meta è stata costretta a ritardare il lancio del suo assistente di IA in Europa: la DPC ha ritenuto che i metodi di raccolta dei dati violano la GDPR.

Meta non può (ancora) portare il suo assistente di IA in Europa

Meta è pronta a portare il suo assistente di IA in Europa, ma la Data Protection Commission (DPC) Irlandese non è dello stesso avviso: la compagnia dovrà rivedere i suoi metodi di raccolta e analisi dati per rispettare le regolamentazioni vigenti.

L'idea di Meta è di utilizzare i contenuti pubblici condivisi su Facebook e Instagram, ma gli enti regolatori europei hanno bloccato questa mossa per preservare la privacy degli utenti.

"Si tratta di un passo indietro per l'innovazione europea, per la competizione nello sviluppo dell'IA e un ulteriore ritardo nel portare i benefici dell'IA ai cittadini europei" ha scritto Meta in un post sul suo blog. "In parole povere, senza includere le informazioni locali saremmo in grado di offrire alle persone solo un'esperienza di seconda scelta. Questo significa che al momento non siamo in grado di lanciare Meta AI in Europa".

L'assistente AI di Meta è già presente in diverse parti del mondo. Il copilota, sviluppato su Llama 3, può essere usato su tutte le applicazioni della compagnia per aiutare gli utenti a essere più produttivi e organizzare più facilmente la giornata lavorativa e il tempo libero.

Presente in Instagram, Facebook, WhatsApp e Messenger, l'assistente integra una ricerca intelligente per trovare le informazioni di cui si ha bisogno e condividerle immediatamente nelle proprie chat.

"Per servire adeguatamente le nostre comunità europee, i modelli che alimentano l'intelligenza artificiale di Meta devono essere addestrati su informazioni pertinenti che riflettono le diverse lingue, la geografia e i riferimenti culturali delle persone in Europa che li utilizzeranno. A tal fine, vogliamo addestrare i nostri modelli linguistici di grandi dimensioni che alimentano le funzionalità dell'IA utilizzando i contenuti che le persone nell'UE hanno scelto di condividere pubblicamente sui prodotti e servizi di Meta" aveva specificato la compagnia.

Pexels
Instagram

Meta ha anche sottolineato che non è la prima compagnia a seguire questo approccio: Google e OpenAI hanno già utilizzato i dati dei cittadini europei per addestrare i loro modelli. La compagnia ha specificato inoltre che il suo è un approccio più trasparente e offre agli utenti un controllo maggiore sulle loro scelte rispetto ai competitor.

Meta si è detta delusa dalla decisione della DPC, soprattutto perché l'autorità era stata già informata a marzo della questione. 

La risposta di NOYB

La scelta della DPC è arrivata dopo che NOYB, un'organizzazione no-profit che lavora per preservare i diritti digitali dei cittadini europei, ha presentato 11 esposti ad altrettante autorità garanti della privacy riguardo il metodo di raccolta dei dati di Meta.

"La nuova privacy policy di Meta sostanzialmente afferma che la compagnia vuole prendere tutti i dati utenti pubblici e non pubblici che ha raccolto dal 2007 e utilizzarli per un qualsiasi tipo indefinito di "tecnologia di intelligenza artificiale" attuale e futura" si legge in un comunicato di NOYB. "Questo include i tanti account "dormienti" di utenti Facebook che non interagiscono più molto, ma che contengono ancora enormi quantità di dati personali".

Max Schrems, fondatore di NOYB, ha sottolineato che la modalità di raccolta dati di Meta viola il GDPR e per questo va rivista. Dopo il post di Meta sul ritardo del lancio della sua IA, Schrems si è detto contento di questa decisione, ma ha anche chiarito che la sua organizzazione continuerà a monitorare attentamente la situazione.

Meta ha chiarito che continuerà a collaborare con la DPC per velocizzare il lancio della sua IA sul mercato europeo e garantire all'Europa "lo stesso livello di innovazione IA come nel resto del mondo".

Riguardo le dichiarazioni di Meta sul ritardo dell'innovazioni in Europa, Schrems ha affermato che "il comunicato stampa di Meta suona un po' come una "punizione collettiva". Se un europeo insiste sui propri diritti, l'intero continente non riceverà i nostri nuovi e scintillanti prodotti. Ma Meta ha tutte le possibilità di sviluppare un'IA basata su un consenso valido - semplicemente sceglie di non farlo". 

Al momento non ci sono notizie sulle tempistiche dell'arrivo dell'assistente di IA di Meta.

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