Tecnologia L'IA rivoluzionerà il business, dice Blackstone
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28/10/2025

Il presidente di Blackstone avverte che Wall Street sottovaluta ancora il potenziale dell'intelligenza artificiale secondo dichiarazioni pubblicate sabato.

L'IA rivoluzionerà il business, dice Blackstone

Gli investitori di Wall Street stanno sottovalutando drammaticamente il potenziale dirompente dell'intelligenza artificiale, e il rischio maggiore non riguarda tanto le valutazioni delle startup tecnologiche quanto la possibile obsolescenza di interi settori industriali tradizionali. Questo allarme arriva da uno dei protagonisti della finanza globale, in un momento in cui il dibattito sulla "bolla AI" si concentra principalmente sui prezzi gonfiati delle aziende emergenti. Ma secondo i grandi investitori, l'attenzione è rivolta nella direzione sbagliata.

L'errore di valutazione che Wall Street sta commettendo

Jonathan Gray, presidente del colosso degli investimenti privati Blackstone, ha lanciato un avvertimento chiaro durante il Private Capital Summit londinese del Financial Times. La sua preoccupazione principale non riguarda le perdite potenziali nel settore tech, ma piuttosto la distruzione di valore che potrebbe colpire le industrie consolidate. "La gente dice 'questo sembra una bolla', ma non si chiede: cosa succederà alle attività tradizionali che potrebbero essere sconvolte massicciamente?", ha dichiarato Gray.

Per Blackstone, il tema è diventato così centrale che i team di investimento hanno ricevuto istruzioni precise: ogni proposta deve affrontare l'impatto dell'AI nelle prime pagine dei documenti strategici. Un cambio di paradigma che riflette quanto la tecnologia sia considerata un fattore determinante per il futuro di qualsiasi business.

Quali settori rischiano l'estinzione

Gray ha identificato con precisione le aree più vulnerabili: tutte quelle attività basate su processi regolamentati e ripetitivi. Servizi legali, contabilità, gestione delle transazioni e elaborazione delle richieste assicurative potrebbero subire trasformazioni profonde. Si tratta di comparti che impiegano milioni di professionisti e generano fatturati miliardari, ma che si basano proprio su quel tipo di lavoro che l'intelligenza artificiale può automatizzare con efficienza crescente.

Le industrie basate su regole affrontano una trasformazione profonda

L'analogia con la bolla delle dot-com è inevitabile e lo stesso Gray la utilizza, citando Pets.com come esempio di cattiva allocazione del capitale durante l'euforia del 2000. Tuttavia, ammette che una certa dispersione di risorse è inevitabile quando l'entusiasmo degli investitori raggiunge livelli così elevati. Il problema, secondo il presidente di Blackstone, è che le valutazioni eccessive delle startup AI stanno distogliendo l'attenzione dal vero terremoto in arrivo.

La tesi di Bezos: bolla industriale, non finanziaria

Una prospettiva simile è stata espressa dal fondatore di Amazon, Jeff Bezos, che ha recentemente definito l'attuale fase dell'AI come una "bolla industriale" piuttosto che finanziaria. La distinzione è fondamentale: anche se i prezzi delle azioni dovessero crollare, l'infrastruttura e i benefici tecnologici rimarrebbero disponibili per l'economia reale. Durante l'Italian Tech Week, Bezos ha ricordato come le fibre ottiche installate durante il boom delle dot-com siano sopravvissute al crollo, così come i farmaci salvavita sviluppati nella bolla biotech degli anni '90.

"Gli investitori hanno difficoltà, nel mezzo di questa eccitazione, a distinguere tra idee buone e cattive", ha spiegato Bezos. "Probabilmente sta accadendo anche oggi. Ma questo non significa che ciò che sta succedendo non sia reale. L'AI è reale e cambierà ogni settore". Una conferma che arriva da chi ha vissuto personalmente l'era delle dot-com e ne ha tratto lezioni preziose.

Il paradosso della percezione tra i lavoratori

Curiosamente, mentre gli esperti finanziari lanciano allarmi sulla disruption industriale, i diretti interessati – i lavoratori – sembrano meno preoccupati per il proprio futuro professionale. Secondo uno studio di PYMNTS Intelligence, esiste un divario significativo tra la percezione dell'AI come minaccia sistemica per il mercato del lavoro e la paura individuale di perdere il proprio impiego. La maggioranza dei lavoratori riconosce il potenziale dirompente della tecnologia a livello generale, ma un numero minore ritiene che il proprio posto di lavoro sia effettivamente a rischio.

Questo scollamento tra consapevolezza collettiva e preoccupazione personale potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di sottovalutazione del fenomeno. Le preoccupazioni espresse da Gray e Bezos non riguardano soltanto l'occupazione, ma la stessa struttura economica di settori che hanno operato secondo gli stessi modelli per decenni. Gli accordi circolari tra i principali attori del settore AI e le valutazioni insostenibili delle startup hanno già sollevato dubbi sulla sostenibilità dell'attuale entusiasmo, ma secondo Blackstone il vero interrogativo riguarda chi sopravviverà alla trasformazione tra le aziende consolidate, non tra le nuove entranti tecnologiche.

Fonte: pymnts.com

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