News L’IA impatterà il 40% del settore pubblico, ma a dirlo è l’IA stessa
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17/07/2024

Un rapporto del Tony Blair Institute prevede l'automazione del 40% dei compiti nel settore pubblico, ma la previsione è stata realizzata utilizzando ChatGPT.

L’IA impatterà il 40% del settore pubblico, ma a dirlo è l’IA stessa

Il Tony Blair Institute for Global Change (TBI) ha recentemente pubblicato un rapporto che prevede l'automazione del 40% dei compiti svolti dai lavoratori del settore pubblico, grazie all'utilizzo di intelligenza artificiale (IA) e tecnologie correlate. Tuttavia, la notizia più sorprendente è che il rapporto stesso è stato realizzato con l'ausilio di ChatGPT, sollevando interrogativi sulla validità e l'accuratezza delle previsioni.

Il rapporto del TBI, intitolato "The Potential Impact of AI on the Public-Sector Workforce", suggerisce che una combinazione di software basati su IA, come modelli di machine learning e large language models, e hardware avanzato potrebbe automatizzare una significativa percentuale dei compiti nel settore pubblico. Per implementare questa transizione, il governo dovrebbe investire circa 4 miliardi di sterline all'anno nel corso dell'attuale legislatura per aggiornare i sistemi di dati, formare il personale e gestire i costi di ridondanza.

Non è certo la prima volta che sentiamo un’ipotesi del genere e in linea di massima è abbastanza credibile; in effetti, la discussione è più su quanto tempo ci vorrà per completare questa transazione, mentre sul fatto che essa accadrà ci sono ben pochi dubbi. 

Il punto è che una potenza come il TBI usi ChatGPT per completare una ricerca di questo tipo sembra un po’ assurdo, per non dire che sfiora il ridicolo. Gli autori del rapporto hanno ammesso di aver utilizzato ChatGPT poiché la raccolta di previsioni basate su interviste con esperti umani sarebbe stata troppo complessa. Michael Veale, professore associato presso l'University College London, ha criticato questa scelta, affermando: "Non esiste una validazione che dimostri che un modello di linguaggio sia adeguato per determinare cosa può essere automatizzato."

La giustificazione di per sé ha dell’incredibile: non tanto perché si usi uno strumento per facilitarsi il lavoro - quello lo facciamo tutti ed è normale - ma perché si è preso un risultato evidentemente inadeguato e si è cercato di spacciarlo come affidabile. Forse il TBI contava sul fatto che la conclusione è tutto sommato credibile e che nessuno ci avrebbe fatto caso, ma i giornalisti di 404 Media hanno notato qualcosa di strano e hanno voluto controllare meglio

Il problema di questa previsione, che è stata ripresa da PoliticoTechRadarForbes e altri, è che è stata fatta da ChatGPT, dopo che gli autori del documento hanno ammesso che fare una previsione basata su interviste con esperti sarebbe stato troppo difficile. In pratica, la scoperta che l'IA potrebbe sostituire gli esseri umani nelle loro mansioni e cambiare radicalmente il funzionamento del governo è stata fatta in gran parte dall'IA stessa.

"Non c'è alcuna convalida in questo metodo che un modello linguistico sia in grado di elaborare ciò che, in linea di principio, può essere automatizzato", mi ha detto Michael Veale, professore associato all'University College di Londra. "L'automazione è un fenomeno complesso: nel governo comporta più livelli di amministrazione, standard condivisi, legislazione in evoluzione, costi di fallimento accettabili molto bassi. Questi compiti non esistono in modo isolato, ma fanno parte di un insieme molto più ampio di pratiche e routine".

Il TBI ha risposto alle critiche con un'appendice di otto pagine che difende l'uso dell'IA, sottolineando i compromessi tra l'uso del giudizio umano e l'automazione dettagliata dei compiti. In sostanza, hanno spiegato di aver sviluppato tecniche di prompt engineering raffinate e molto efficaci, proprio per controbilanciare le carenze dell’AI. 

Il settore pubblico cambierà, e le aziende devono adeguarsi

Una spiegazione non troppo convincente, ma il tema di fondo resta più che concreto. Il settore pubblico sarà pesantemente influenzato dall’uso delle AI. C’è il potenziale per snellire e velocizzare moltissime procedure e mettere gli operatori nelle condizioni di svolgere i propri compiti al meglio e in tempi brevissimi. 

Sarebbe fantastico ottenere autorizzazioni dal comune in 48 ore, sapendo allo stesso tempo che sono stati eseguiti correttamente tutti i controlli del caso. E sarebbe meraviglioso - lo sappiamo bene in Italia - ottenere un passaporto in meno di una settimana dalla richiesta. 

Nel settore pubblico ci sono centinaia di aree dove l’AI potrebbe avere un impatto positivo, senza per forza mettere a rischio la forza lavoro - anche perché al momento gli operatori sono spesso sovraccarichi e quindi un aiuto in più difficilmente permetterebbe di ridurre il personale. 

Si prospettano quindi notevoli occasioni e opportunità per le aziende che lavorano o vogliono lavorare con il settore pubblico come fornitori. Presto comuni, regioni e stati richiederanno servizi AI specifici e molto avanzati. Chi sarà in grado di fornirli al miglior prezzo potrebbe trovarsi in un’ottima posizione. Anzi, in molti casi l’AI è già entrata nel settore pubblico, anche se per ora si tratta ancora di sperimentazioni relativamente occasionali. 

Ma bisogna prepararsi subito per farsi trovare pronti quando sarà il momento. 

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