L'intelligenza artificiale ha conquistato il settore della moda, abilitando nuovi casi d'uso del business, tanto che, secondo una ricerca di McKinsey, il 73% dei dirigenti del settore ritiene che l'IA generativa sia una priorità per la propria azienda nel 2024.
Se da una parte c'è un enorme entusiasmo da parte del settore, i consumatori non la pensano in modo uguale. STILEO, motore di ricerca di moda leader in Italia, ha raccolto le opinioni degli utenti riguardo l'uso dell'IA negli e-commerce di moda e ha evidenziato che il 37% di essi percepisce ancora un certo disagio nell'uso di questa tecnologia.
C'è anche un 25% di rispondenti che si dice a proprio agio con le raccomandazioni di prodotti generati da IA: questa tecnologia personalizza l'interfaccia utente permettendo al consumatore di visualizzare per primi i prodotti più vicini ai suoi gusti, aumentando la probabilità di acquisto.
Tra coloro che apprezzano l'IA come supporto allo shopping, il 59% la usa principalmente per la ricerca visiva, ovvero per cercare online a un prezzo migliore un prodotto che aveva visto e fotografato offline. A seguire, con notevole differenza, tra gli utilizzi principali ci sono l'assistenza per trovare l'articolo con le caratteristiche specifiche (14%), le chat di assistenza clienti (13%), le foto generate con modelli non reali (9%) e i camerini virtuali (9%).
"L'e-commerce e la moda si stanno rinnovando. Prima di tutto, riteniamo che il modello one-size-fits-all nel mondo del fashion e-commerce sia decisamente superato, e che la tecnologia permetta di costruire in modo semplice un'offerta personalizzata per ogni singolo utente" ha commentato Antonín Hoskovec, Head of AI del Gruppo GLAMI, motore di ricerca di moda attivo in Europa a cui appartiene STILEO. "In secondo luogo, il gruppo GLAM, di cui fa parte STILEO, grazie al moderno Machine Learning, si sta impegnando per superare il divario tra ricerca e applicazione, tra modelli complessi e funzioni di facile utilizzo".